Sceso stanco e un po’ intontito dall’aereo, il newyorkese ha noleggiato un’auto per raggiungere rapidamente l’hotel a Reykjavik e riposarsi. Digita l’indirizzo sul GPS sbagliando però una sola lettera, un piccolo errore che proietta Noel Santillan in una incredibile avventura che lo ha reso celebre prima in Islanda e poi anche nei suoi Stati Uniti e non solo.
La vicenda infatti è interessante perché mostra senza pietà la nostra dipendenza dai gadget digitali e i macroscopici errori che possono derivare dalla fiducia incondizionata in questi dispositivi. Come dicevamo Noel ha una svista e non si accorge del piccolo errore di digitazione: ha scritto “Laugarvegur Street” per ottenere le indicazioni del proprio hotel a Reykjavik, crica 45 minuti di distanza dall’aeroporto dove è atterrato. Il navigatore inizia il suo lavoro per condurlo a destinazione ma il poveretto guida per oltre 6 ore in condizioni non proprio ideali: in Islanda d’inverno tutto tende a essere un po’ ghiacciato, strade incluse.
La stanchezza, la voglia di raggiungere al più presto l’hotel per concedersi un po’ di riposo spingono il cittadino USA a guidare e guidare, senza porsi troppe domande: d’altronde negli States usa spesso il GPS e Google Maps e non ha mai avuto problemi, così come dichiarerà poi nelle sue interviste concesse ad alcuni giornali e persino alla televisione islandese. Ma non è solo la stanchezza a spronare Noel nel suo lunghissimo e imprevisto viaggio in Islanda: “Mi sono goduto il paesaggio lungo la strada. Non ho mai visto nulla di simile. E i cavalli!”. In breve, invece di digitare “Laugavegur Street“ il nostro avventuriero moderno ha inserito nel GPS l’indirizzo “Laugarvegur Street”: l’errore per un uomo stanco è comprensibile, ma per il GPS e la cartografia significano non il comodo hotel di Reykjavik bensì uno sperduto villaggio di pescatori nel nord dell’Islanda, ridente (forse non troppo) località conosciuta con il nome di Siglufjörður.
Il lungo viaggio in Islanda ha reso Noel Santillan una vera e propria star: intervistato da giornali, TV locali accolto ovunque con l’attenzione e la cortesia solitamente riservati per grandi personalità in visita. La storia della sua avventura è arrivata fino alle pagine del New York Times e da qui proiettata nel mondo. La beffa è che molto probabilmente l’errore che ha generato il tutto forse non è nemmeno quello del protagonista: secondo i media islandesi spesso l’errore della singola lettera è già riportato nei materiali turistici, siti web e forse questa volta è stato inserito anche nella prenotazione dell’uomo che crede ciecamente nei GPS.