È più complicata del previsto la transizione verso il cloud di IBM. “Big Blue” sta da qualche tempo cercando di rinnovare il suo modello di business dopo essersi liberata di varia zavorra, diventando una società essenzialmente di servizi che propone offerte sul cloud (analisi dati, cognitive computing, servizi per sviluppatori, mondo mobile, ecc.)
Per il 15° trimestre consecutivo, la crescita dell’azienda è ad ogni modo in calo, registrando ricavi pari a 22.06 miliardi di dollari, -8.5% rispetto all’ultimo trimestre, dati ad ogni modo migliori delle attese degli analisti. I profitti sono calati del 19% e sono pari a 4.5 miliardi; il fatturato dell’intero anno è stato di 81.7 miliardi (-12% rispetto al 2014).
I settori in cui IBM sta investendo sono ad ogni modo in crescita: +16% dall’analytics (17.9 miliardi), +57% dal cloud (10 miliardi). Le attività concernenti i servizi per il mobile (settore nel quale collabora con Apple), per il social e la sicurezza sono cresciute del 26% rispetto allo scorso anno e rappresentano il 35% dei ricavi complessivi, come spiegato dal CEO Ginni Rometty. Settori quali soluzioni per lo storage, le infrastrutture di rete e software di vecchia generazione sono ad ogni modo ancora rilevanti ma richiedono supporto e investimenti notevoli. Rilevante sembra essere anche Unix: nell’ultima conferenza con gli analisti, lo chief financial officer Martin Schroeter, ha rilevato che il business dell’azienda legato a questo sistema operativo è in declino ma rimane ancora “di grande importanza”.