“I chip Intel non sono adatti per i dispositivi mobili” quest’affermazione non è di una persona qualunque ma è stata fatta da Paul Maritz, il CEO di VMware (tra le altre cose è anche ex dipendente Intel), nel corso della TiEcon 2009 conference. Maritz apprezza le CPU Intel per il mercato desktop ma ritiene che l’attuale linea di prodotti destinati agli smartphone e dispositivi portatili non sono adatti, ad esempio, per essere sfruttati su un futuro iPhone.
Secondo l’amministratore delegato di VMWare il problema delle CPU Intel è la complessità delle istruzioni: un lungo e complesso elenco di comandi implementati nel corso degli anni, molti dei quali in realtà non sono stati mai adeguatamente sfruttati. Maritz ha criticato non solo l’attuale linea di prodotti ma anche la linea passata basata su core ARM: “Dispositivi di fascia bassa, a basso consumo e con profitti minuscoli”. Intel da qualche tempo sembra aver deciso di uscire fuori dal mercato delle CPU basate su ARM tornando a produrre processori complessi e ad alte prestazioni. Nel frattempo CPU ARM di produttori concorrenti sono divenute un problema reale (la famiglia ARM compre il 75% del mercato mondiale) e Intel secondo Maritz difficilmente riuscirà a imporre CPU X86 nel mercato dei dispositivi da taschino.
VMWare è un’azienda leader nel settore della virtualizzazione (il fatturato del 2008 è pari a 1,9 miliardi di dollari, vanta oltre 130.000 clienti e più di 22.000 partner) e le affermazioni del suo CEO potrebbero forse incrinare i rapporti privilegiati con Intel. Prima di approdare in VMware Maritz ha lavorato cinque anni per Intel come software e tool developer e 14 anni in Microsoft in qualità di Vice President per la Platform Strategy e Developer Group.
[A cura di Mauro Notarianni]