Steve Jobs traslocherà la Jackling House di Woodside. Sì, avete letto bene: Jobs non traslocherà nella casa che ha comprato molti anni fa nei pressi di Palo Alto, ma sarà la casa a traslocare, a levarsi di torno insomma.
A riferire il raggiungimento di quello che si prospetta come un accordo tra il mercuriale Ceo di Apple che aveva deciso di demolire “la baracca” (come aveva definito la Jackling House qualche tempo fa) e il gruppo di estimatori dell’edificio opera dell’architetto californiano George Washington Smith, sono alcuni siti americani. La mediazione consisterebbe, appunto, in un vero e proprio spostamento dell’edificio in parte in carico allo stesso Jobs.
Il capo della Mela spenderebbe 600mila dollari invece che per demolirla, per contribuire al rilevamento fotografico di tutti i dettagli della casa e allo smontaggio pezzo per pezzo per condurla altrove, in un luogo dove sarà rimontatata così com’è sul luogo dove si trova ora. La persona decisa a salvare la casa è Gordon Smythe, un investitore di Palo Alto che vorrebbe andarci a vivere con la sua famiglia.
I dettagli dell’operazione dovrebbero essere discussi domani in consiglio comunale a Woodside; la municipalità , che aveva concesso dopo una lunga battaglia, il permesso a Jobs di demolire l’edificio, avrà il diritto di prelazione su alcuni elementi di arredo e architetturali di pregio come le decorazioni del tetto o l’organo a canne nel caso Smythe non dovesse trovare un posto dove collocare la casa.
La Jackling House è stata costruita nel 1926 per conto di Daniel Cowan Jackling, un imprenditore nel campo minerario. Lo stile neocoloniale e il nome dell’architetto ne hanno fatto un rilevante edificio per lo scenario storico californiano. Jobs ha comprato la casa nel 1984 abitandovi per 10 anni ma, apparentemente, senza mai amarla troppo. Alcuni cenni ad essa si trovano in Folklore.org; Andy Hertzfeld, uno dei designer che crearono il Mac, la vide durante un incontro con Jobs come “completamente priva di mobili al punto che in ogni stanza si sentiva l’eco dei passi. L’unico locale con qualche arredo era la cucina”. Jobs lasciò la casa nel 1994 per affittarla a vari inquilini. Tra gli altri venne anche ceduta per un breve tempo ai servizi segreti americani che la usarono come base per alcuni agenti destinati alla protezione di Hilary e Bill Clinton quando la coppia presidenziale si trovava a visitare la figlia Chelsea che studiava a Stanford. A partire dal 2000 la casa, definita in vari modi da Jobs, nessuno lusinghiero (oltre che una “baracca” è stata descritta dal Ceo quale “una specie di discarica” e recentemente anche come “un abominio”) è stata lasciata vuota e priva di qualunque manutenzione, tanto da essere stata oggetto di vandalismi.
Jobs si è impegnato in una lunga battaglia per la sua demolizione e la ricostruzione di una nuova villa sullo stesso luogo, ottenendo il via libera alcune settimane fa, non senza le proteste di alcuni estimatori dell’architettura della casa. Il trasloco dell’edificio dovrebbe evitare, se non altro, il peggio: la trasformazione della Jackling House in una pila di macerie.
Qui sotto una immagine tratta da Bing Maps mostra la casa così come appare oggi.