Le colpe degli attentati in Francia sono anche della Francia. È Pavel Durov, CEO del servizio di messaggistica Telegram, nella inconsueta veste di analista politico, a prendere la parola su Facebook ed Instagram e lanciare una accusa al governo transalpino per quel che è accaduto a Parigi in questi giorni. Durov ha qualche buona ragione per intervenire con una opinione al proposito visto che Telegram è finito nel mirino, con l’accusa di essere stato uno strumento nelle mani dell’ISIS per coordinare le azioni terroristiche grazie al sofisticato sistema di crittografia, che garantisce privacy e sicurezza anche ai criminali.
“Penso che il governo francese sia responsabile quanto l’ISIS per questo [gli attentati], perché sono le sue politiche ed incuria che alla fine hanno portato alla tragedia – attacca Durov, calcando ancor di più la mano – Prendono i soldi da gente laboriosa in Francia con tasse scandalosamente alte e li spendono per fare guerre inutili in Medio Oriente e per creare un paradiso sociale parassita per gli immigrati nordafricani”.
L’azienda ha recentemente sostenuto di aver cancellato 78 canali pubblici, ma secondo quanto riportato da Reuters, l’ISIS ne sta creando molto velocemente altri in sostituzione, in aggiunta chat e gruppi privati, che non possono al momento essere intercettati e chiusi senza una decisione unilaterale dell’azienda.
Decisione che ad oggi pare non essere presa in considerazione da Telegram, in nome della libertà di opinione e del rispetto della privacy garantito da un sistema che ha costruito la sua reputazione – nel bene e nel male – proprio sulla sua sicurezza e inviolabilità.