Tre giovani “imprenditori” adolescenti inventano il business: vendere iPhone fatti di Play-Doh. È accaduto a Detroit in un fatto di cronaca che non si capisce se sia più bizzarro o sconcertante.
Tutto è iniziato – si legge su Reuters – quando il proprietario di un negozio MetroPCS in Auburn Hills ha deciso di accettare un affare: comprare da un paio di ragazzini degli iPhone sigillati e ceduti a prezzo “speciale”. Quando l’incauto commesso ha aperto la scatola, dentro ci ha trovato un mattoncino di Play-doh, un materiale plastico modellabile simile al più noto (alle nostre latitudini) Pongo. Immediato il contatto con la polizia che ha organizzato una trappola: chiedere ai geniali ragazzi di vendere nuovi iDoh. I givani sono però fuggiti prima di concludere l’affare, ma è stato comunque troppo tardi: la polizia, avvisata dello scambio, li ha subito individuati, arrestandoli poco dopo.
Dopo un primo rilievo all’interno dell’auto a noleggio utilizzata dai truffatori, la polizia ha rinvenuto uno zaino saturo di confezioni di Play-Doh, circa 500 dollari in contanti e dei vestiti.
Intorno alla vicenda pendono però alcune domande: perchè il commesso di un negozio ha accettato di comprare da tre ragazzini dei telefoni sigillati e di provenienza sconosciuta? I tre “imprenditori” specializzati i telefoni modellabili, pensavano davvero che il commesso no avesse aperto le scatole prima di ordinarne altre?