Immaginate di vedere Chucky, la bambola assassina, che entra nella vostra camera da letto e vi spegne la luce. Poi immaginate che il pupazzo ideato da Don Mancini sia però buono e non abbia un coltellaccio nascosto sotto la sua simpatica magliettina a righe, ma voglia proprio solo farvi il favore di spegnere la luce. È questo lo scenario che prefigura Richard DeVaul, ex Senior Prototype Scientist di Apple che si occupava di prototipizzazione rapida (il suo nome compare in alcuni brevetti della Mela relativi a sistemi di ricarica wireless) che ora lavora nei “Google X Lab”, laboratorio di ricerca avanzata dove vengono studiati progetti futuristici.
Tra i progetti ai quali sta lavorando DeVaul vi sono, appunto alcuni dispositivi antropomorfici (con teste ed arti), giocattoli che possiamo proprio immaginare come versioni “buone” di Chucky: con un vero e proprio “form factor di bambola o giocattolo”, dice la descrizione, con il quale “controllare uno o più dispositivi”. “Dopo aver ricevuto o individuato semplici segnali sociali quali un movimento o individuato una parola o una frase, il dispositivo antropomorfico può volgere lo sguardo alla sorgente del segnale sociale, interpretare i comandi vocali e mapparli in comandi per media device, istruendo un dispositivo a cambiare il proprio stato”.
Ovviamente le bambole non avranno l’aspetto inquietante del mitico Chucky, ma anche pensare a peluche e bambolotti di pezza che guardano e ascoltano e poi eseguono degli ordini, non lascia molto tranquilli. Ma se incontreranno il favore del pubblico, non è da escludere che tra qualche mese o anno ci ritroveremo a parlare con questi giocattoli per cambiare i canali alla TV, avviare la musica dall’impianto stereo. Teneteli solo lontani dal cassetto con gli attrezzi da cucina. Non si sa mai…