Tutto si sarebbero aspettati, questo lunedì, tranne di scoprire che gli economici Palm Pre avrebbero dovuto competere con iPhone proprio sui prezzi. Invece, il Pre, che vende intorno ai 200 dollari più il contratto di due anni con Sprint Nextel, adesso si trova di fronte un iPhone 3G da 99 dollari e saranno probabilmente dolori.
Invece, il primo fine settimana, quello più importante per mettere un piede nel mercato fin dall’esordio, non è andato male. Le stime degli analisti per adesso sono abbastanza “grezze”, ma fanno vedere bene che i telefoni di Palm si sono venduti da tutte le parti: praticamente esauriti nei negozi Sprint Nextel, devono aver toccato un livello compreso fra i 50mila e i 100mila pezzi venduti. Apple, per comparazione, negli Usa vendette circa 150mila pezzi nel primo fine settimana di commercializzazione del primo iPhone Gsm
Adesso comincia la parte più difficile, cioè la gestione del magazzino e la fornitura delle scorte. Un esercizio alquanto complicato perché è qui che si creano i colli di bottiglia che rendono arduo soddisfare i clienti oppure che dissanguano l’azienda con infinite giacenze di magazzino.
Nei prossimi mesi Palm si è proposta di vendere il suo Pre, che in questa versione non è compatibile con i sistemi di telefonia europea, anche con altri operatori. In particolare con At&T, che dovrebbe avere una versione Umts, mentre anche il numero uno di Verizon, Lowell McAdams, dichiara che in sei mesi il Pre sbarcherà anche da lui, insieme a un altro apparecchio analogo realizzato sempre da Palm. Forse il primo indizio di un secondo modello basato sempre sulla stessa interfaccia e su WebOS, il nuovo sistema operativo basato su Linux che Palm ha sviluppato per quasi cinque anni.