Google celebra l’avvistamento bufala del mostro di Loch Ness con un Doodle che rivela il grande segreto di Nessie: secondo gli illustratori, il mostro del lago scozzese non sarebbe nient’altro che un sottomarino con un collo lunghissimo che si muove a pedali, guidato da tre alieni. Un mistero – quello della Surgeon’s Photograph del 1934 – che nasconde un mistero ancora più grande, dunque? O una presa in giro ulteriore di una delle bufale meglio riuscite di tutti i tempi? Ognuno può pensarla come preferisce, ma di certo c’è che chi oggi farà o ha fatto una ricerca su Google non potrà fare a meno di pensare alla Scozia, al leggendario mostro di Loch Ness e proverà a dare una risposta a quel mistero.
E Google darà una mano in questo, non soltanto con il Doodle, che di per sé potrebbe solo essere uno stimolo per la fantasia di ciascuno, ma con una panoramica su Street View di Google Maps a 360 gradi di Loch Ness: tutti potranno cercare Nessie non solo sulla superficie del lago, ma anche nella sua profondità, grazie alla collaborazione di Google con il Catlin Seaview Survey.
“Che crediate o meno all’esistenza di Nessie, la leggenda continua a sopravvivere – perfino nell’era digitale. Gli studi su Loch Ness superano di gran lunga quelli condotti su alcune storiche istituzioni – come Buckingham Palace e il Peak District. Mentre noi di Google celebriamo Nessie con il Doodle del giorno, speriamo che voi possiate rivivere al meglio uno dei siti più storici e più mozzafiato che la Scozia ha da offrire. Questo, da oggi, sarà possibile grazie a Street View di Google Maps”, scrive Sven Tresp, Program Manager di Street View Special Collections di Google.
“La fotografia sgranata di Nessie scattata dal colonnello Robert Wilsons ha fatto un grosso splash – sono le parole di uno degli illustratori -. L’immagine simbolo del serpente di mare più misterioso di sempre che emerge dall’acqua ha spianato la strada per il mito del mostro di Loch Ness. Ispirazione per questa illustrazione per Google sono state degli schizzi di barche e, una volta assemblati tutti gli ingranaggi, è bastato scegliere il taglio e la distanza giusti per rivelare che cosa c’era davvero sotto la superficie del lago”.