L’idillio d’amore fra le major musicali e i servizi di musica in streaming sembra essersi interrotto: secondo quanto riportato online, le etichette discografiche starebbero facendo pressione sui servizi di musica in streaming per limitare l’ascolto gratuito da parte degli utenti. Secondo il Financial Times, Universal Music, la più grande fra le quattro major del mercato discografico, starebbe tentando di rinegoziare gli accordi con Spotify, nella speranza di obbligare l’azienda svedese a limitare le possibilità di ascolto gratuite degli utenti non paganti; anche Warner e Sony sarebbero dello stesso avviso, sebbene al momento non sia specificato quali siano i loro interlocutori.
Prima abbracciato a seguito del calo del mercato digitale, ora il modello “freemium” attuale, che consente ad esempio agli utenti di Rdio e Spotify di ascoltare musica illimitata gratuitamente con la sola scocciatura degli annunci pubblicitari, sembra che non piaccia più alle major: il loro scopo sarebbe quello di convincere i servizi di musica in streaming ad aumentare le restrizioni per gli utenti non abbonati, ad esempio concedendo solo un periodo di ascolto gratuito limitato, trasformando i servizi in “stazioni radio web” simili a Pandora, oppure escludendo la possibilità di scegliere i brani come accade su mobile. Questi stratagemmi potrebbero convincere molti utenti ad abbonarsi, consentendo alle etichette discografiche di capitalizzare maggiormente i loro guadagni.
Spotify sostiene d’altra parte che un servizio gratuito sostanziale è l’unico modo sicuro per ottenere nuovi abbonati a pagamento, e i dati mostrerebbero che lo streaming non sta distruggendo i flussi di entrate di altri canali, come ad esempio iTunes. Se siete grandi utilizzatori si Spotify, meglio però prepararsi al peggio: in futuro gli ascolti gratuiti potrebbero non essere più illimitati.