Apple cerca di diversificare il più possibile i suoi fornitori; da tempo cerca di sganciarsi da Samsung ma per vari motivi la casa sud coreana è ancora indispensabile per molte componenti di cui Cupertino ha bisogno, compresa la fabbricazione del processore S1 per l’Apple Watch.
Il “miglior nemico” di Apple secondo il non sempre affidabile Digitimes, si occuperà della produzione del SiP (system-in-package) progettato dalla Mela con quantitativi che prevedono dai 3.000 ai 4.000 wafer da 12″ al mese: i wafer sono sottili strati di materiale semiconduttore sui quali vengono costruiti circuiti integrati attraverso il drogaggio e il deposito di strati di vari materiali mediante tecniche fotolitografiche. Lo speciale processore S1 per Apple Watch integra mobile DRAM, NAND flash e altri chip periferici; tra i fornitori di alcuni moduli ci sarebbe anche la taiwanese Advanced Semiconductor Engineering (ASE), società nota per servizi a clienti quali Broadcom, Microsoft, NVIDIA e STMicroelectronics.
Sempre stando a quanto riportato da DigiTimes in una seconda fase (futura generazione di Apple Watch) la produzione del SiP sarà affidata a Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC). Per l’Apple Watch Cupertino ha creato un’architettura del tutto nuova. Integrando diversi sottosistemi in un singolo modulo ultracompatto, incapsulato in uno strato di resina (per proteggere le componenti elettroniche da elementi atmosferici, urti e usura). A detta di Apple il SiP S1 è una sorta di “intero computer” su un unico chip: una novità assoluta per il settore, e un gioiello d’ingegneria e miniaturizzazione.