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Il Destino Digitale come tendenza dell’elettronica consumer al CES 2015

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Se dobbiamo analizzare le tendenze e i macrofenomeni che caratterizzeranno l’industria del futuro non possiamo che pensare ad un destino digitale: una evoluzione che va capita ed interpretata per intercettare bisogni ed esigenze di chi nasce oggi come cittadino digitale.

La presentazione è di fatto l’introduzione agli eventi del CES e rifletti il lavoro di ricerca e le pubblicazioni di Shawn Dubravac ed è pure la sintesi del suo ultimo libro “Digital Destiny”

Il Destino Digitale è quello che è riservato all’umanità ed è basato su cinque pilastri principali che hanno dato origine all’attuale era: l’onnipresenza del computer, l’abbassamento dei costi per la conservazione dei dati digitali, la connettività intesa come fenomeno tecnico e sociale, la proliferazione dei dispositivi digitali (pensiamo all’onnipresenza degli smartphone) e la progressiva “sensorizzazione”, l’inclusione cioè di sensori in altri dispositivi grazie anche qui alla notevole riduzione dei costi.

destino digitale
Shawn Dubravac

Ed è proprio quest’ultimo aspetto, arrivato in una fase più recente dell’evoluzione dell’elettronica di consumo, che caratterizzerà il futuro e sui cui si svilupperanno molte delle tecnologie che entreranno nella nostra vita di tutti i giorni: in fondo l’introduzione di sensori di movimento come l’accelerometro nel controller Wiimote di Nintendo o nel primo iPhone del 2007 non sono che fenomeni recenti e la loro utilizzazione è partita sia nel campo ludico che in quelo professionale professionale (si pensi all’introduzione dello stesso accelerometro nei MacBook per ridurre il rischio di rovinare gli hard disk in seguito ad una caduta).

Con l’arrivo dei sensori su prodotti consumer abbiamo la possibilità di allargare e promuovere l’inizio di altri quattro grandi epifenomeni che caratterizzeranno il nostro rapporto con il mondo digitale: La digitalizzazione del nostro spazio fisico, la permeazione della logica, il cosiddetto “Internet of Me” e infine l’innovazione frammentata.

La digitalizzazione dello spazio fisico è in atto sia a livello personale (si pensi allo spazio intorno al nostro polso che viene gestito da smartwatch, braccialetti e sistemi di analisi del nostro battito o dell’acidità della pelle) che in ambito più ampio come quello dei locali della nostra casa o di una tavola da surf con elementi che analizzano l’immediato intorno. L’aumento dei sensori è dovuto ovviamente ad un fenomeno economico: il costo si abbassa, si arriva ad un surplus di produzione e si studiano nuovi impieghi per gestire il surplus.

Dubravac mostra l’esempio di una tutina per neonati che incorpora un sensore per interpretare il battito e il respiro del’infante e trasmettere i dati via bluetooth ai genitori ansiosi.

La possibilità di intervenire sui parametri dello spazio fisico è una conseguenza della digitalizzazione ed una delle ragioni della sua espansione: i fenomeni analogici vengono campionati ed interpretati e questo permette non solo la semplice raccolta di dati ma anche la possibilità di intervenire sul funzionamento dei dispostivi sia regolandone il comportamento con sistemi predittivi e questo è pure uno dei motivi per cui digitalizzare l’ambiente.

Il passaggio dall’analogico al digitale permette anche la micro-personalizzazione: siamo in grado di raccogliere dati non più a grandezza analogica globale ma dettagli sul comportamento del nostro corpo e dell’ambiente circostante e, grazie al collegamento con uno smartphone, anche di intervenire su di essi.

Nella sua presentazione Dubravac fa cenno anche alle novità delle TV 4K UHD, della scansione e stampa 3D, dei Droni che permetto anch’essi la digitalizzazione (intesa anche come servizio) dello spazio più ampio e infine del fenomeno degli smartwach con un mercato quadruplicato rispetto ad un anno fa (ora sono circa 10 milioni sul mercato).

destino digitale

Permeazione della logica
Se possiamo agire sull’ambiente digitalizzato dobbiamo gestire le sue condizioni con la logica “if this then that” e comunicare con gli strumenti a nostra disposizione con modalità evolute e magari accompagnati da assistenti vocali che sono l’evoluzione degli strumenti che ci hanno permesso di ibridare la logica binaria del computer con gli strumenti di un linguaggio sempre più naturale.

Questa comunicazione e interazione avviene in tutti campi fino a quello dell’auto che è entrato da qualche anno al CES perchè la personalizzazione adattiva ormai coinvolge ogni eseperianza della nostra vita.

Il futuro sta nella “personalizzazione adattiva”: è quella che sperimentiamo con i termostati “intelligenti” come Nest che permettono di mediare le informazioni sui nostri comportamenti diretti con altri dati provenienti dall’analisi di comportamenti indiretti: potremmo ad esempio in futuro trovare il tipo di illuminazione e di riscaldamento confortevoli in base alla tipologia di film che guardiamo su Netflix basandoci su esperienze precedenti.

Twittter, per citare un esempio fatto durante la conferenza, permette di fare pubblicità attraverso il genere ma non vi ha chiesto all’atto dell’iscrizione quale sia il vostro genere: la piattaforma analizza le vostre conversazione ed è in grado di capire dai vostri interessi e atteggiamenti quale sia il vostro sesso.

Alllo stesso modo nel caso della casa connessa calza a pennello l’esempio dei sistemi di irrigazione automatizzata: non si tratta soltato di regolare l’inaffiatura in base all’umidità del terreno o ad un sensore di pioggia ma anche di evitare l’irrigazione quando sappiamo con certezza che nelle prossime ore ci sarà un forte temporale oppure, in presenza di una precipitazione di lieve entità la zona più esposta al sole venga comunque irrigitata.

The internet of ME
Con questa definizione si intende la personalizzazione dell’esperienza diretta dell’uso di internet prima con i desltop e i portatili (1.7 Miliardi di persone connesse) e poi con gli smartphone con cui si sono aggiunti 2 milliardi di persone.

Il diverso sistema di accesso porta a nuove catteristiche di navigazione più personalizzate, legate alla località, ai gusti personali.

Il salto più grosso pero’ si realizzerà con Internet of Things: si aggiungeranno 50 milioni di dispositivi collegati che cambieranno sostanzialmente il modo con cui accederemo ad Internet, con cui definiremo lo spazio intorno a noi e porterà ad un terzo stadio la nostra esperienza e modalità di accesso ovviamente attraverso quelli che sono i dispositivi indossabili (Dubravac  mostra non senza una certa ironia un prodromo della realtà virtuale con un distinto signore che nel 1963 indossa un “personal TV viewer” non dissimile dai tanti oggetti che dovrebbero offrirci esperienze immersive.

Innovazione Frammentata
Infine si passa all’analisi del fenomeno dell’innovazione “frammentata”: dopo l’introduzione di smartphone e tablet è difficile che un nuovo prodotto, vista la varietà delle proposte e delle implementazioni, riesca a raggingere più del 20% del mercato e l’innovazione avverrà per frazioni del mercato.

Il nostro Destino Digitale sta in questo e per conoscerne le componenti che interagiranno nel futuro prossimo con il nostro quotidiano occorre scoprirlo, prodotto per prodotto, tra i padiglioni del CES.

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