L’Italia è nel terzo mondo d’Europa quando si parla di uso di Internet. A dirlo è l’indagine svolta da Eurostat e commissionata dall’UE per verificare i dati nei paesi dell’Unione sulle percentuali di utilizzo della rete, paese per paese.
l’Italia figura al quart’ultimo posto con uno sconvolgente, almeno in rapporto al resto dei paesi dell’Unione, 32% di persone che dichiara di non avere mai usato Internet in tutta la sua vita. Tra i paesi censiti solo Romania, Bulgaria e Grecia fanno peggio, ma non di molto, visto che in Romania, la peggiore in assoluto, il 39% delle persone non ha mai usato Internet, mentre il dato per la Bulgaria è al 37% e in Grecia è del tutto simile alla percentuale italiana (33%). Diciamo “sconvolgente” perchè la media dell’UE a 28 paesi la media di persone che non ha mai usato Internet nella sua vita è solo del 18%. Nel 2006 la percentuale in Italia era del 59%, in Europa era del 43%, una differenza di 16 punti percentuali, come dire che lo spread in 18 anni si è solo modestamente ridotto, nonostante telefonini, presunta larga banda ovunque e propaganda degli operatori delle reti telefoniche.
L’Italia, conseguentemente, è un fanalino di coda assoluto anche nell’uso quotidiano di Internet. Se le media europea di persone che usano la rete nei 28 paesi è del 65%, in Italia è del 58%. Qui con un colpo di reni (si fa per dire…) ci lasciamo alle spalle non solo Bulgaria, Romania (solo il 32% usa Internet ogni giorno) e Grecia, ma anche Cipro e Portogallo.
Eurostat traccia anche un bilancio dell’uso del cloud in Europa e anche qui senza sorprese, visti i dati dell’uso di Internet, gli Italiani stanno sul fondo della classifica: solo il 17% degli Italiani ha salvato un file sulla “nuvola” contro una media europea del 21%. Peggio dell’Italia solo una serie di paesi che una volta stavano dietro la cortina di ferro (Bulgaria, Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia), più Grecia, Croazia, Cipro, Portogallo. Gli italiani sono però “orgogliosamente” terz’ultimi nell’uso di servizi a pagamento: solo il 7% ha pagato per il servizio. Solo i ciprioti (3%) e gli slovacchi sono sotto di noi (4%).