Sempre più complessa la vicenda dell’attacco hacker che ha colpito Sony Pictures. Gli hacker del gruppo “#GOP” (Guardian Of Peace) ora minacciano la premiere del film “The Interview”, una pellicola a sfondo comico che racconta la storia di due giornalisti reclutati dalla CIA per assassinare il leader nordcoreano Kim Jong Un. Gli hacker consigliano di restare lontani dalle sale; “ricordatevi l’11 settembre” hanno scritto, dissuadendo le persone ad andare a vedere il controverso film che secondo molti ha scatenato la loro ira.
Molti sospettano che dietro all’evento ci sia un’azione di rappresaglia del governo della Corea del Nord; questo ha però pochi giorni addietro risposto alle accuse sostenendo di non avere nulla a che fare con l’accaduto. Come abbiamo spiegato qui, un’ipotesi ventilata da un portavoce del Dipartimento nordcoreano per le Politiche della Commissione Nazionale di Difesè che l’attacco sia stato condotto da alcuni “sostenitori e simpatizzanti con la Corea del Nord” che hanno risposto agli appelli del Governo nord coreano contro il film The Interview, che – sempre secondo il portavoce sarebbe “un film complice di un atto terroristico, che danneggia la dignità della direzione suprema della Corea del Nord, sfruttando la politica ostile del governo degli Stati Uniti verso la Corea del Nord”.
Dal vario materiale rubato dai server Sony, nuove “sorprese” dovrebbero essere rese pubbliche per Natale. Tra il materiale emerso, varie mail private scambiate dai dirigenti, alcune anche fonte d’imbarazzo per batture su attori, produttori e anche su Obama. A complicare la già delicata questione, ora anche i dipendenti che minacciano di fare causa al produttore, per non avere adeguatamente protetto le loro conversazioni private. Un’azione collettiva è allo studio condotta da Micheal Corona, ex impiegato di Sony Picture.