Apple potrebbe dover versare in Francia 18 milioni di euro ai beneficiari delle tariffe del cosiddetto equo compenso per copia privata. Lo riferisce il francofono NextInpact, spiegando che la Casa della Mela ha versato il denaro in un deposito di garanzia in attesa della decisione del Consiglio di Stato, dopo le battute d’arresto per un ricorso presentato dalla Mela al Tribunal de Grande Instance di Parigi, competente per le controversie che superano determinati importi.
La faccenda risale a febbraio del 2013 e si riferisce ai compensi per “copia privata” dovuti in vari paesi europei (anche in Italia) per il presunto “beneficio” che il consumatore trae dalla facoltà data dalla legge di riprodurre legalmente brani per uso personale senza dover chiedere il preventivo consenso (licenza) di autori, artisti e produttori, titolari di diritti esclusivi di riproduzione.
In Francia prima di una sentenza della Corte di Giustizia UE, la cosiddetta Padawan (che ha dichiarato che gli usi professionali non devono essere assoggettati alla copia privata), le tariffe di copia privata su tutti i dispositivi venivano determinate tenendo conto sempre e comunque di usi professionali. Dopo la sentenza in questione, il Consiglio di Stato francese ha annullato le decisioni della Commissione che erano basate su questo criterio di determinazione tariffaria. Apple aveva fermato il pagamento dell’equo compenso in attesa della rideterminazione dei rimborsi e della convocazione di un tavolo tecnico che coinvolgeva tutte le parti interessate.
