Quando si parla della causa lanciata da Cisco sul nome iPhone si devono mettere da parte le insinuazioni sulla voglia di monetizzare la registrazione del nome ma si deve andare più in là , guardando al rapporto complessivo con Apple e soprattutto all’interoperabilità tra l’iPhone i prodotti attuale futuri di Cisco. A gettare un nuovo sguardo sulla vicenda che sta mettendo a rumore il mondo dell’It è una voce autorevole, quella di Mark Chandler, SVP and General Counsel, di Cisco in un blog pubblicato sul sito ufficiale della società
Chandler ripercorre le vicende che hanno condotto Cisco ad entrare in controllo del nome iPhone e poi ad aprire trattative con Apple ‘Abbiamo discusso credendo che si potesse arrivare ad un accordo e a condividere il controllo sul nome iPhone ‘ dice il manager ‘ eravamo molto vicini ad una soluzione quando loro sono andati per la loro strada, annunciando l’iPhone senza farsi più sentire’. Secondo Chandler gli ultimi contatti ci sono stati la sera di lunedì, con la promessa di chiudere la giornata successiva, poco prima dell’annuncio del telefono, promessa che non si è materializzata.
‘Quali erano gli argomenti ancora in discussione? Non i soldi, non le royalties su ogni iPhone venduto, non lo scambio con servizi di Cisco. Noi – dice Chandler – volevamo un approccio aperto, la possibilità che i nostri prodotti potessero interoperare in futuro. Le reti offrono questa possibilità , forniscono le basi di innovazone che permettono al convergenza dei dispositivi richiesta dai clienti. Volevamo anche essere certi che i nostri prodotti fossero sufficientemente differenziati così che i clienti non fossero confusi, visto che anche i nostri telefoni permettono sia l’accesso al Web che alla telefonia in voce’
Secondo Chandler Cisco con la querela si è comportata esattamente come tutti si sarebbero comportati. ‘Pensate che se qualcuno avesse lanciato un dispositivo che si chiama iPod avrebbero accettato di far passare la cosa solo perché un formato video diverso? Apple è molto severa quando si tratta di difendere i suoi marchi e questa cosa deve valere anche per gli altri’.
Apple, nel frattempo, ha bollato la querela di Cisco come ‘futile’ in quanto ‘ci sono molte società ‘ dice la responsabile delle pubbliche relazioni Natalie Kerris – che usano il nome iPhone per prodotti Voip. La registrazione del marchio è, nel migliore dei casi, molto discutibile. Noi siamo i primi ad usare il nome iPhone per un cellulare e siamo fiduciosi sul fatto che vedremo riconosciute le nostre ragioni’.
In realtà , al di là delle dichiarazioni di facciata secondo diversi analisti il canale della trattativa è ancora aperto e la querelle potrebbe chiudersi presto. Secondo Inder Singh di Prudential Securities Cisco potrebbe accontentarsi di un pagamento da parte di Apple; secondo Brian Banner, un avvocato specializzato in materia di proprietà intellettuale che lavora per lo studio Rothwell Figg, invece, Apple e Cisco potrebbero accordarsi amichevolmente e usare ambedue il nome iPhone per i rispettivi prodotti, accompagnandoli dai rispettivi logos.