L’iPhone non sarà aperto al software delle terze parti. Quello che nel corso del Macworld era stato accennato da più parti è diventato ufficiale con alcune interviste rilasciate Steve Jobs a margine della fiera Mac di San Francisco.
La più chiara in merito è stata rilasciata dal New York Times al quale Jobs fa sapere che l’iPhone non è un Pc e non essendo tale non deve essere aperto ad altre appliczioni. Noi ‘ dice jobs ‘ abbiamo definito tutto quanto c’è nell’iPhone. Quello che abbiamo fatto è stato ripensare il cellulare. Bisogna guardare ad esso come si guarda ad un iPod più che come ad un computer’.
La ragione, secondo Jobs, è semplice: ‘questo dispositivo deve funzionare sempre. E questo non è possibile se gli si carica dentro ogni sorta di software’.
Lo stesso concetto è ribadito a Msnbc. ‘Abbiamo costruito il telefono esattamente come volevamo fosse e per questo abbiamo dovuto controllarne il contenuto. Il cellulare deve funzionare quando ce n’è bisogno. In più Cingular, che ha scommesso molto su di noi, l’ultima cosa che vorrebbe accadesse è vedere cadere tutto il suo network sulla costa ovest solo perché qualche applicazione è andata in tilt’. Tra gli eventi che Apple vuole evitare anche che il cellulare venga riempito fino all’orlo da applicazioni di tutti i tipi e si rallenti fino a non essere più utilizzabile.
Ma tutto questo non significa, almeno stando a quanto dichiara Jobs, che non sarà possibile acquistare applicazioni aggiuntive. Quel che Apple intende fare, spiega il suo Ceo, è semplicemente avere un controllo stretto su di esse. Questo significa che molto probabilmente il loro funzionamento e la loro struttura dovrà essere approvata direttamente da Apple e che molto probabilmente queste saranno vendute attraverso iTunes store.