Un luddismo, anche se soft, del nuovo millennio e questa volta diretto dall’alto e non da basso, come accadde nelle tessiture di fine ‘800 quando erano gli operai a mettere fuori uso i macchinari. Si potrebbe vedere anche così la direttiva che è precipitata sui tavoli dei direttori delle principali catene di vendita al dettaglio americani, che dovranno disabilitare interamente il pagamento attraverso i terminali NFC. La ragione per cui in superstore come quelli di Walmart, Kmart, 7-Eleven, Rite Aid, CVS, Best Buy, in tutto decine di migliaia di punti vendita, il pagamento elettronico tornerà indietro di una generazione, è nella nascita del primo sistema diffuso di pagamento elettronico: Apple Pay.
Il boicottaggio, perchè non di altro si tratta, nasce dal fatto che da una parte gli attuali terminali funzionano perfettamente con Apple Pay e dall’altra dal fatto che questi rivenditori stanno per lanciare CurrentC, nuovo sistema di pagamento mobile in diretta competizione con Apple Pay ma dal funzionamento sostanzialmente differente, che una volta compreso rende ragione del fatto che allo stato attuale consentire ai clienti di usare il sistema Apple, significa uccidere il bambino nella culla.
La differenza principale fra CurrentC e Apple Pay è che il pagamento con CurrentC avverrà direttamente con un addebito sul proprio conto bancario, oppure tramite carte regalo o alcune selezionate carte di credito emesse dagli istituti di credito partner dei rivenditori; Apple Pay invece va semplicemente a sostituire l’impiccio di dover estrarre la carta di credito, ma i pagamenti avvengono sempre sfruttando queste ultime. Questa differenza è cruciale: con CurrentC i rivenditori vogliono ridurre la dipendenza dalle carte di credito, per non dover più cedere alcuna commissione sul fatturato, commissione che invece continua ad esistere nel caso dei pagamenti via Apple Pay.
Secondo John Gruber, un’altra motivazione del rigetto nei confronti di Apple Pay risiede nell’assenza di profilazione del cliente: Apple ha dichiarato che non condividerà le abitudini di acquisto e i dati di vendita degli utenti Apple Pay con i retailer, mentre è presumibile che CurrentC sia più orientato a strategie di marketing più aggressive.
Per questa ragione il sistema di pagamento di Apple è stato accolto a braccia aperte dagli istituti emittenti di carte di credito, mentre fino ad oggi sono relativamente pochi i rivenditori che si sono mossi tempestivamente per implementare Apple Pay.
Come accennato, i rivenditori citati non sono partner ufficiali di Apple Pay, ma numerosi utenti hanno avuto successo nel tentativo di usare i loro nuovi iPhone per pagare gli acquisti attraverso i terminali NFC già installati. Lasciare attivi i termini avrebbe significato instaurare una abitudine nei clienti e rendere molto più difficile l’introduzione di CurrentC.
Per il momento a pagare il conto (in tutti i sensi) saranno i clienti, che non potranno più usare Apple Pay, ma neppure Google Wallet che funziona più o meno allo stesso modo e dovranno sperare che il promesso CurrentC funzioni altrettanto bene, e arrivi anche presto. Nel mezzo è probabile che sia Apple che Google che gli istituti che emettono le carte di credito, proveranno a scendere a patti per avere la collaborazione dell’anello più importante della catena di pagamento, ovvero i negozi.