I social network anonimi, come Whisper e Secret, sono davvero anonimi? La risposta parrebbe essere negativa, almeno stando ad un articolo pubblicato dal The Guardian, che avrebbe smascherato il funzionamento poco trasparente di Whisper, una delle reti sociali anonime salite all’onore delle cronache negli ultimi mesi, ma che non sarebbe poi così anonimo come vorrebbe far credere.
Il The Guardian ha scoperto che dietro alla facciata dell’anonimato, Whisper era pronta a rivendere dati di geolocazione degli utenti per fini commerciali e di spionaggio, dopo aver identificato gli iscritti con buona precisione, segnalando anche al Dipartimento della Difesa statunitense e all’ FBI nel caso in cui i post pubblicati sulla app provenissero da personale militare, oltre a censurare eventuali fuoriuscite di notizie ritenute scomode.
Il The Guardian ha scoperto tutto ciò quando si è aperta la possibilità di una collaborazione editoriale con Whisper, collaborazione prontamente annullata: oltre a militari, personaggi politici e vip, venivano monitorati anche impiegati di aziende famose come Yahoo e Disney, che credevano di scrivere nel più totale anonimato mentre invece le loro dichiarazioni potevano essere usate come “scoop” da rivendere. Inoltre parte dei dati venivano vendute anche ad organizzazioni di investigazione, come FBI o il MI5.
La risposta di Whisper non si è fatta attendere, ed ha bollato l’articolo del The Guardian come esagerato e poco veritiero. Secondo quanto dichiarato, il tracking delle posizioni veniva effettuato solo per monitorare gli orari dei post e verificare la presenza di spam, un procedimento normale e – secondo Whisper – quasi ovvio.
L’inchiesta del The Guardian ha comunque sortito i suoi effetti: il senatore USA Jay Rockfeller ha chiesto ufficialmente a Whisper di fornire formali spiegazioni dopo le rivelazioni di tracciamento degli utenti. Nel caso voleste provare la app, a vostro rischio e pericolo, ecco il link diretto ad App Store.