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iPhone 6, Macity mette sotto torchio fotocamere, stabilizzatore e nuove funzioni video

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In tanti avranno storto il naso alla decisione di Apple di inserire ancora una volta,  si direbbe con ostinazione,  la  “solita” camera da 8 megapixel nei nuovi iPhone 6 e 6 Plus, in controtendenza con una concorrenza agguerrita che fa proprio dei megapixel un aggressivo strumento di marketing. Chi conosce Apple sa bene che l’azienda di Cupertino non vende specifiche tecniche ma esperienze di utilizzo, puntando tutto sulla qualità, perfezionando e talvolta reinventando tecnologie già note.

Quest’anno Apple ha puntato molto sull’uso di iPhone come valida alternativa non solo a molte fotocamere ma anche a tante piccole videocamere stand alone, introducendo nei nuovi modelli funzioni che vanno dalla stabilizzazione video “cinematografica”, alla registrazione a 60 fps in Full HD e alla nuova moviola, che supera la barriera dei 120 fps, arrivando al ragguardevole traguardo dei 240fps. Macitynet ne ha già ampiamente parlato, effettuando anche comparazioni tra i due nuovi smartphone Apple e i prodotti della concorrenza, ma oggi ritorniamo sull’argomento “camera” esplorando, nel video in calce all’articolo, aspetti inediti, volti a determinare quanto realmente efficaci siano le nuove funzioni introdotte da Cupertino.

Il nuovo stabilizzatore video
Esistono due tipi di stabilizzatore video in uso alle videocamere consumer e professionali: digitale e ottico. Il primo, economico e di norma adottato dal mercato consumer di fascia più bassa, analizza le immagini e interviene via software con una stabilizzazione che risulta discretamente efficace, ma per contro introduce degli artefatti. Lo steadyshot ottico, montato invece su camere di fascia alta o medio alta, utilizza un sistema meccanico che sposta le lenti per compensare le vibrazioni introdotte dall’operatore: maggiore efficacia nella stabilizzazione e nessun degrado della qualità delle immagini.

Apple, per la prima volta, introduce in iPhone 6 Plus uno stabilizzatore ottico a cui affianca, alla pari di iPhone 6, una stabilizzazione software, definita “cinematografica”. Ci siamo chiesti quanto efficace risultasse la nuova stabilizzazione implementata da Apple nei nuovi iPhone e quanto, verosimilmente, intervenisse nei video lo stabilizzatore ottico di iPhone 6 Plus.

Per trovare risposte ai nostri quesiti, abbiamo condotto un test collegando iPhone 6 Plus via USB al nostro MacBook Pro con Yosemite, così da avvantaggiarci della registrazione dello schermo dell’iPhone mediante QuickTime, funzione già illustrata in un nostro precedente articolo. In tal modo abbiamo avuto modo di registrare con iPhone un video dall’auto in movimento, e al contempo registrare sul Mac quanto mostrato dallo smartphone in fase di ripresa.

Nel nostro test è palese l’efficacia della stabilizzazione: a sinistra la ripresa non stabilizzata, a destra la stessa sequenza stabilizzata in fase di riproduzione, in real time, senza tempi di attesa dopo la fine della registrazione. La qualità della stabilizzazione è sorprendente ed Apple non ha esagerato nell’ appellarla “cinematografica”. Dal nostro test emerge anche un dubbio: si direbbe che lo stabilizzatore ottico di iPhone 6 Plus sia ininfluente nei video. Infatti se nella nostra prova lo stabilizzatore ottico fosse intervenuto, proprio in virtù della sua funzione “meccanica”,  il video sarebbe apparso stabilizzato già in fase di ripresa e non soltanto al termine della registrazione.

Non possiamo con certezza escludere che nel risultato finale non pesi anche un intervento, per quanto minimo, dello stabilizzatore ottico, ma i dubbi sulla sua effettiva  efficacia nei video sono ben fondati visti anche vari test, incluso il nostro, che mettono a confronto i due nuovi iPhone senza evidenziare grosse differenze nella stabilizzazione, e stante la menzione sul sito Apple dello stabilizzatore ottico solo in riferimento alle foto, quale mezzo per aumentare i tempi di esposizione e restituire così immagini più luminose e meno rumorose.

iPhone 6 videotest split 620

Moviola a 240 fps: quanto è efficace?
Un’altra novità che ha caratterizzato la camera di iPhone 6 e 6 Plus è la nuova moviola a 240 fps, che va ad affiancarsi a quella a 120 fps già vista con iPhone 5s. Avremmo certo auspicato il passaggio alla risoluzione 1080p almeno nella modalità a 120 fps, invece anche stavolta si resta ancorati a 720p. Quando per la prima volta in iPhone 5s Apple implementò i 120 fps, dedicammo un ampio articolo che evidenziò i vantaggi offerti da un maggior framerate rispetto all’applicazione di complessi algoritmi, come l’optical flow, che cercano di ricreare una moviola fluida ma introducono vistosi artefatti.

Se con la registrazione a 120 fps, rallentando la clip del 25%, quindi facendola “girare” a 1/4 della sua velocità nativa, otteniamo un video a 30 fps estremamente fluido, conforme allo standard Half HD, con 240 fps possiamo spingerci fino a 1/8 della velocità nativa, quindi rallentare la clip del 12,5%, sempre preservando la fluidità. Nel nostro video mettiamo alla prova la moviola con la ripresa di un ventilatore, evidenziando i vantaggi dei 240 fps.

Grazie al maggior numero di fotogrammi riusciamo a rallentare le pale spingendoci anche al di sotto del 12.5%, fino al 10%, ottenendo una discreta fluidità, impossibile con la registrazione a 120 fps. Ma è tutto oro quel che luccica? Non proprio: il maggior numero di fotogrammi purtroppo restituisce immagini più scure e ricche di rumore video, con perdita di dettaglio (fig 1, fig 2, fig 3). Il nostro consiglio pertanto, quando possibile, resta quello di usare la registrazione a 120 fps che si rivelerà efficace nella maggioranza delle circostanze.

Registrazione a 60 fps in Full HD
Fa la sua comparsa sui nuovi iPhone una modalità di registrazione dei video a 60 fps in Full HD (1080p). Il vantaggio del maggior framerate è visibile già in fase di ripresa: la percezione di maggiore fluidità salta subito all’occhio. Da alcuni test effettuati la qualità delle immagini registrate a 30 fps e 60 fps, in condizioni di buona luce è praticamente sovrapponibile, mentre con luce scarsa mostra un lieve vantaggio della registrazione a 30 fps in termini di dettaglio  (fig 4, fig 5). Per quanto concerne lo spazio occupato su hard disk, 6 secondi di registrazione a 30 fps occupano 12,9 MB (fig.6), a 60 fps le dimensioni del file salgono a 19,2 MB (fig 7). Occorre fare alcune considerazioni in merito alla fruibilità del materiale girato a 60 fps, tenendo conto del programma di NLE (editing non lineare).

I programmi di editing video non professionali di norma non consentono la gestione del materiale sorgente a un framerate superiore a 30 fps, e pertanto i filmati a 60 fps verranno editati ed esportati a 30 fps, perdendo la fluidità che caratterizza il maggiore framerate: è il caso di iMovie, sia su iOS che su Mac, che al momento non supporta i 60 fps. Ovviamente programmi come Final Cut Pro e Adobe Premiere Pro, di vocazione professionale, possono lavorare nativamente con clip a 60 fps ed esportare preservando il framerate. Sulla scorta di quanto sopra, in molti potrebbero trovare quasi inutile, nella maggioranza delle circostanze, la ripresa dei video a 60 fps, nell’ottica poi di un montaggio e di una fruizione a 30fps.

Eppure esiste un vantaggio nel registrare a 60 fps, pur montando ed esportando poi a 30 fps, ovvero l’opportunità di sfruttare i 60 fps del materiale sorgente per applicare un rallenty al 50% (alla metà della velocità originale), garantendo una fluidità eccellente e non sacrificando, come invece avviene con la registrazione a 120 fps e 240 fps, la risoluzione che viene così mantenuta a 1080p. Il nostro test compara due sequenze, entrambe rallentate al 50%, una registrata a 60 fps, l’altra a 30 fps, e la differenza di fluidità è abissale: nonostante il video risultante sia a 30 fps in entrambi i casi, il rallenty ottenuto dal filmato a 60 fps è estremamente fluido. Dovendo editare su una timeline a 30 fps, il vantaggio ovviamente sarà apprezzabile con qualsiasi programma di editing video, incluso iMovie per iOS.

FaceTime HD: migliora la qualità su rete cellulare?
FaceTime HD acquista maggiore qualità grazie ai miglioramenti apportati anche alla camera frontale sui nuovi iPhone. Apple dichiara che la camera frontale è ora più luminosa dellì81% grazie a una maggiore apertura del diaframma. Altra novità che dovrebbe contribuire a migliorare sensibilmente la qualità della videochat è l’implementazione di un nuovo protocollo di compressione, H.265, più potente rispetto a H.264 a parità di bitrate, e il cui vantaggio dovrebbe essere visibile nelle connessioni su rete cellulare. Abbiamo messo a confronto un iPhone 6 con un iPhone 5s per verificare quanto effettivamente ci sia di vero nelle affermazioni di Apple. Per il nostro test ci siamo avvalsi del fido MacBook Pro che ha ricevuto le videochiamate effettuate dai nostri iPhone.

Il FaceTime HD tra iPhone 6 (camera posteriore) e MacBook, entrambi collegati alla stessa rete Wi-Fi, ha offerto una qualità di immagini decisamente buona,  e molto simile a quella offerta da iPhone 5s nelle medesime condizioni di utilizzo (fig 8), fatta eccezione per la fluidità penalizzata in quest’ultimo da occasionali interruzioni. Il discorso cambia usando le camere frontali ove è evidente la maggiore qualità come definizione e colori offerta dal sensore di iPhone 6, superiore rispetto al modello montato sul 5s (fig 9).

Tutto sommato, come si evince dal nostro video, in Wi-Fi la qualità è con entrambi gli iPhone molto buona, con un lieve vantaggio per iPhone 6, in particolare nell’uso con la camera frontale dove la differenza diventa netta. Purtroppo siamo invece rimasti delusi dalle performance del codec H.265 che non è riuscito a garantire risultati soddisfacenti con iPhone 6, nonostante la rete usata fosse la veloce LTE, con un upload decisamente superiore rispetto a quello offerto dalla nostra ADSL che ha invece offerto risultati di tutto rispetto. In 4G le immagini appaiono scattose, poco definite, e ricche di artefatti (fig 10). E’ pertanto evidente che la qualità della immagini venga volutamente limitata nell’utilizzo su rete cellulare onde limitare il traffico dati: un vero peccato.

Conclusioni
A conclusione dei nostri test, è innegabile l’attenzione riservata da Apple alle funzioni video dei nuovi iPhone, con l’introduzione di un sistema di stabilizzazione che in molte circostanze potrebbe competere con sistemi molto sofisticati in uso alle produzioni broadcast, e con l’implementazione della registrazione a 60 fps con interessanti campi di utilizzo, anche nell’ottica di una moviola fluida a 1080p. Un plauso ad Apple per i perfezionamenti apportati alla cam, sul piano hardware e software, a dimostrazione, ancora una volta, che i megapixel non sono tutto nel determinare la qualità delle immagini.

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