Se, tra vent’anni, Apple dovesse esser ricordata solo per esser stata la casa produttrice del fenomeno di costume che è l’iPod, invero sarebbe una valutazione storica troppo restrittiva ed insoddisfacente.
La casa di Cupertino ha il merito “invisibile” e perciò ancora più importante di aver addomesticato un Sistema Operativo complesso come BSD ed averne nascosto le complicazioni all’utilizzatore di tutti i giorni, rendendo Mac OS X contemporaneamente facile da utilizzare e stabile anche per operazioni mission-critical.
Naturalmente l’abbinata OS ed hardware che ha da sempre caratterizzato i nostri Macintosh, ha caratteristiche di ottima integrazione, ma non di esclusiva. Nulla vieta di sostituire il Sistema di Apple con un altro, un Linux duro e puro ad esempio, purché se ne abbiano le capacità tecniche.
Per aiutare comunque nell’impresa, da anni i programmatori di Terra Soft Solution propongono una personale distribuzione di Linux basata su Fedora di Red Hat. Sin dal 1999 Yellow Dog Linux è stato praticamente sinonimo dell’OS open source seppur al costo di qualche difficoltà di gestione.
Proprio in questi giorni, la società ha rilasciato la sua ultima incarnazione di YDL 5.0.1 “Phoenix”, per il libero download dai suoi server FTP. La release comprende più di 500 pacchetti aggiornati, il supporto ai computer con PowerPC G3, G4 e G5, riconoscimento immediato delle periferiche su USB (anche dispositivi di storage e fotocamere) e di dischi rigidi collegati via FireWire.
Rispetto al passato il funzionamento di reti senza fili nello standard 802.11b/g è adesso facilitata da procedure di autoconfigurazione. Yellow Dog promette di far funzionare senza problemi anche le porte PCMCIA, le schede Wi-Fi ed i chipset audio.
La novità di rilevo è E17, un Window Manager improntato all’efficienza ed alla leggerezza, anni luce avanti a quel X11 che ha sempre spaventato i meno addetti. Retrocompatibile, per meglio adattarsi all’hardware non troppo recente, promette di non far rimpiangere il Dock e le trasparenze di Quartz.
Per ottenere i dischi di installazione di YDL 5.0.1 è possibile seguire diverse vie: la prima e più comoda è quella di acquistare la confezione completa di manuali di installazione sul negozio online di Terra Soft; la seconda è quella di iscriversi al servizio YDL.net per ottenere in anteprima le immagini disco ed il supporto tecnico.
In ultimo, se non si ha fretta o si hanno le conoscenze necessarie, si può fare tutto da soli, basta attendere il rilascio pubblico delle ISO (la più recente pesa circa 3.63 GB) sui mirror di YDL, generalmente qualche settimana dopo la disponibilità nel servizio a pagamento di YDL.net.
Prima di puntare i modem agli indirizzi sopraindicati conviene rimarcare ancora una volta l’esistenza di Yellow Dog Linux unicamente per Mac con processore PowerPC. Dopo il passaggio ad architettura Intel, l’azienda si è trovata davanti ad una scelta obbligata trasformandola in un rivenditore di hardware ad altissime prestazioni, massimizzate da un software cucito ad hoc indosso.
Ricordiamo che, dopo la decisione dei tenutari di Ubuntu di non fornire più supporto ufficiale per le architetture PPC, la scelta di rivolgersi a YDL è una delle poche opzioni rimaste.