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Ma questo iPhone, alla fine, sarà  all’altezza?

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Consentite al vostro cronista, per una volta e molti mesi dopo, di intervenire anziché con la nuda serie di fatti, come d’abitudine, con una sorta di opinione. Anche se sarebbe più corretto parlare di “estrapolazione”. Gli unici meriti che potrebbero lenire l’immodestia di tale ardire sono in realtà  una certa decennale consuetudine professionale con le cose del Mac e dintorni, da un lato, e con quel piccolo primato sino a questo momento imbattuto di far parte di quella mezza dozzina di giornalisti che in effetti ha potuto seppur approssimativamente provare per qualche minuto l’iPhone di Apple a San Francisco.

Proprio di iPhone infatti si vuol parlare. E di quanto sia strana la mente umana, o perlomeno quella di chi scrive. Perché in questi quasi sei mesi dalla presentazione durante l’ultimo Macworld una domanda è comunque sempre rimasta lì, a galleggiare in un angolo della mente. Sarà  davvero, questo iPhone, all’altezza di così ampie aspettative?

Perché, parliamoci chiaro, qualcosa da dire al riguardo c’è. Chi professionalmente vive con impegno e passione l’attività  di monitorare e raccontare quel che succede nella cronaca quotidiana del mondo tecnologico in generale e in quello Mac in particolare, non può non restare indifferente a questa slavina senza precedente di opinioni, pensieri, analisi, sondaggi e informazioni (o presunte tali) sul Mac. La realtà  dei fatti è che le aspettative stanno davvero tracimando al di là  dello spazio che loro compete, cioè quello delle ipotesi, trasformandosi in realtà  in giudizi e anticipazioni di giudizio che non hanno precedenti.

Non è solo per il mondo Mac o per la tecnologia più in generale, ma proprio per il mondo del commercio (dopotutto, di questo stiamo parlando) e dell’intrattenimento se proprio vogliamo che il fenomeno è diventato unico prima ancora di essersi concretizzato. Anzi, se vogliamo, il vero fenomeno al quale stiamo assistendo è proprio questo: che dell’iPhone si fa un gran parlare a tal punto che viene da chiedersi se la notizia non sia in realtà  quella che del parlare così tanto di qualcosa brevemente mostrato alla stampa per mezz’oretta non era mai successo prima. E, silenziosamente ma neanche poi tanto, viene anche l’altra domanda: e se poi questo iPhone fosse una mezza ciofeca? O almeno, non all’altezza delle straordinarie aspettative che stanno montando? Dopotutto, tanto parlare senza niente sapere dà  spazio ad una immaginazione (legittima) nel pubblico tale per cui dall’iPhone si attenda magia e strabiliamento, nientepopodimenoché.

Il timore che così non possa essere c’è: dopotutto si tratta di un oggetto di tecnologia fatto dall’uomo e quindi come tale fallibile, la cui scoperta da parte di chi deciderà  di acquistarlo è già  stata in qualche modo anticipata da chi ha cercato di ragionarci sopra senza in realtà  averlo mai visto. Allora, si chiede il vostro cronista facendo appello adesso con forza a quei pochi minuti di prova a San Francisco, come stanno realmente le cose? Ricordiamo che le condizioni erano le peggiori possibili: prova sotto gli occhi attenti di altre persone, di un apparecchio con software non definitivo, avvenute in ambiente “chiuso”, senza poter giocare a sufficienza, senza poter scattare foto o fare riprese video, per cogliere a posteriori quei dettagli che l’orgasmo del momento sicuramente può aver celato. Ecco dunque il primo sforzo, in realtà  portato avanti da tempo, nel ricostruire attimo per attimo, momento per momento, l’esperienza e il suo senso durante la prova. Tocco per tocco, sfioramento per sfioramento, fotogramma per fotogramma registrato dall’implacabile subconscio di chi vi sta scrivendo. Lo scopo, alla fine, è quello di ricostruire il tutto per cercare di estrarne un giudizio di valore basato sull’istinto e l’esperienza velocissima, per quel che può valere. E qualcosa certamente vale, visto che il lavoro del vostro cronista (come degli altri) è quello di essere non più intelligenti della media delle persone (sicuramente vale il contrario), quanto di essere più veloci nel cogliere a far propri dettagli all’apparenza anche insignificanti per poi poter “unire i puntini” e giungere alle conclusioni più adatte alla bisogna.

Lunga premessa per creare un contesto all’interno del quale collocare quanto segue: davvero l’iPhone ne vale la pena, anche alla luce delle titaniche aspettative che si sono nel frattempo create? Davvero l’iPhone segna un passo diverso da un Nokia, da un Samsung, Motorola, Lg, Sony-Ericsson, Treo, BlackBerry e via dicendo? Dopotutto, qui oltre che di telefono di Apple stiamo anche parlando di decine se non di centinaia di oggetti che da tempo amiamo e stimiamo. Il cellulare è una tecnologia relativamente nuova, ma in realtà  già  consolidata e con una storia di interfacce abbastanza lunga dietro le spalle. Quasi paragonabile a quella dei computer, in termini di evoluzione e di ricchezza. Anzi, da un certo punto di vista, anche qualcosa di più, se vogliamo guardare alla ricchezza dell’offerta, o di meno se vogliamo sottolineare che invece sino ad ora sono mancati i telefoni prodotti da Apple. Allora, come andrà  questo arrivo dell’iPhone sul mercato?

Durante quella breve ed estemporanea prova, si è corso cercando di toccare più funzioni possibili, di scoprire più segreti possibili. Di certo, è apparso che la versione del software fosse più che matura e ricca, anche se non tutte le funzioni erano realmente implementate. E ancora, si è notato che ad esempio Mail in versione iPhone impiegava qualche secondo a caricare (con la rotellina che compare ad esempio nelle schede di Safari quando sta caricandone una, a girare per trenta e più secondi) oppure che la fotocamera aveva il consueto ritardo e campionamento di frame nella rappresentazione a video, con “rumore” e disturbo nella ripresa delle immagini. Niente di strano o di eccezionale, per carità , soprattutto se è capitato di toccare qualche decina se non un paio di centinaia di telefoni per lavoro in altrettante prove veloci ed estemporanee, per poi poterne però approfondire l’uso in un secondo momento.

L’esperienza insegna, insomma, che il primo giudizio non sta nei dettagli, a meno che non riguardino scelte drammaticamente sbagliate di interfaccia (che nell’iPhone non ci sono, con l’eccezione dei fumetti stile iChat per gli Sms, ma quello si vedrà  più avanti se conterà  qualcosa oppure no). Il primo giudizio, quando ancora non si è arrivati a poter effettuare una prova approfondita, deve stare in qualche cosa d’altro. In cosa? Proprio Apple ce lo ha insegnato: in una variabile spesso sottovalutata ma in realtà  sempre più importante per quanto riguarda l’elettronica di consumo e l’informatica. L’esperienza d’uso.

E, signori, lasciatevelo dire, i pochi minuti passati con l’iPhone, rianalizzati alla moviola infinite volte in questi mesi erano proprio lì a testimoniarlo. Bastava farci caso. L’iPhone è tutta un’altra cosa. Lo abbiamo visto indirettamente provando un numero elevatissimo di telefoni e telefonini. Che si tratti di Windows (un falso Windows, perché è in realtà  un sistema operativo per palmari e non una versione alternativa e ridotta di quello per i Pc), di Palm (un sistema per palmari) di Symbian (un sistema per palmari) e persino dei vari Linux (“uccisi” dal fatto che tutto lo stack superiore non ha niente a che fare con il kernel Linux, unico elemento – ma di valore esclusivamente tecnologico – che ha parentela con la versione per computer) la conclusione è sempre la stessa: non gli legano neanche le scarpe. E’ tutta un’altra esperienza, un’altra sensazione. Quella di avere una interfaccia nuova ma che lavora e ragiona come un computer. E’ il prossimo passo in avanti, è qualcosa di completamente diverso.

Se siete giunti sino qui a leggere questo lunghissimo articolo, come speriamo solo in pochi abbiano potuto fare per non guastare la sorpresa a denigratori e fan dell’iPhone, sappiate che la sorpresa se usate un computer – meglio ancora un Mac, ma vale anche per chi usa il Pc – non ci sarà . E proprio questo è il punto vincente, ne siamo finalmente convinti. Apple, se vorrete comprare l’iPhone, vi metterà  in tasca non solo un cellulare e un iPod, ma anche un computer con una nuova interfaccia rivoluzionaria destinata a renderlo utilizzabile nei pochi centimetri quadrati di schermo multi-touch a disposizione. L’interfaccia e l’esperienza d’uso si basano proprio su questo mix inscindibile di software, multi-touch e razionalità  minimalista del MacOs X che ci sta sotto. La potenza unita alla duttilità . La possibilità  di lavorare su piani diversi.

Non si tratta di un mini-Mac con il quale è possibile fare le stesse cose ma in piccolo, non sostituirà  il Mac (o il Pc), bensì reinventerà  il telefono permettendo di fare cose nuove in modi prima impossibili. Chiariamoci: quello che ci aspettiamo da un telefono cellulare del futuro, qualsiasi poi sia il nome che vogliamo trovargli (telecomando della vita, Pc tascabile etc) c’è una cosa che è sicura. Quello che fanno gli attuali telefoni “intelligenti” non va bene. Pessime interfacce, impossibile lavorare se non strizzati nella metafora del palmarino anni Ottanta oppure in quella specie di clone di Windows 3.11 che è Symbian (e di Windows 3.11 for workgroup che è Windows Mobile), con oltretutto l’amara sorpresa di telefoni che si continuano ad impallare e devono essere resettati, richiedono cinque minuti per avviarsi, hanno interfacce cervellotiche e soprattutto non fanno quel che promettono. Tasti inutili usati per fare cose improbabili (perché la tastiera è quella e più di tanto non si può) e soprattutto, un segreto: non funzionano.
Come non funziona Windows, parliamoci chiaro.
E non funzionano un sacco di cose che tutti comunque compriamo per i più svariati motivi.
L’iPhone può fare la differenza, sia perché funziona sia perché in questo campo, come in quello dell’iPod, non esiste un sistema realmente dominante e i servizi/funzioni (telefonare, sms etc) sono totalmente interoperanti.
Non c’è per adesso uno standard chiuso per telefonare o cose del genere. Su Pc c’è (Office e il sistema operativo Windows, tutti e due di Microsoft) e per questo Windows è “scelto” dal 90% circa degli acquirenti. Adesso, vedremo sul mercato, l’unico giudice. Ma qui la sensazione e il giudizio circa le premesse e le aspettative le avete appena lette: l’iPhone per noi vale la pena.

Potete discutere dell’argomento su questa pagina del Forum di Macitynet.

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