Un po’ di storia dell’informatica, qualche cenno sul futuro del mondo digitale, tanti ricordi personali e battute, in verità neppure troppo salaci e la sensazione che il rapporto tra quelli che sembrano due nemici sia fatto anche di molti ricordi comuni, sincera stima e un po’ di complicità . Questi i contenuti dell’attesissimo (da qualcuno definito addirittura storico) tra Steve Jobs e Bill Gates che si è concluso poco minuti fa a Carslbad, in California, dove è in corso D: All Things Digital.
Dopo un inizio con filmati storici che hanno presentato i due grandi personaggi nelle loro apparizioni congiunte, intervistati da Walt Mossberg e Kara Swisher, Gates e Jobs, hanno trascorso la prima parte essenzialmente a dialogare sui rapporti tra le loro due aziende, dagli inizi fino ai giorni nostri con qualche scambio di complimenti (ad esempio quando Gates ha detto che ‘Apple dà l’impressone di capire sempre per prima dove il mondo dell’industria si sta dirigendo’) e qualche piccolo segreto. Tra questi il fatto che fu Microsoft a creare la parte a virgola mobile del primo sistema operativo dell’Apple II: ‘Woz non ne voleva sapere, voleva solo un sistema operativo ad interi e ci siamo rivolti a loro che avevano un ottimo Basic a virgola mobile’, ha detto Jobs. Si è poi fatto cenno agli ani bui di Apple, quando la società sembrava sull’orlo della fine. ‘Provammo a dare una mano ad Amelio – ha detto Gates – ma poi tornò Steve e ci disse che non dovevamo più preoccuparci di quelle trattative che stavamo portando avanti’. ‘Eravamo deboli – ha detto Jobs – e loro erano la più grande software house del mondo. Così alzai la cornetta del telefono e li chiamai’
L’inevitabile domanda sul passato di Apple, sulle cose che Jobs avrebbe potuto fare per essere più grande e forte, è stata liquidata da Steve Jobs dicendo: ‘Ci sono molte cose che avremmo potuto fare meglio, ma una delle prime cose che ho fatto tornando ad Apple è stato regalare il nostro muse a Stanford. Dobbiamo preoccuparci del futuro e non del passato’
E proprio parlando del futuro Jobs ha respinto l’idea che il Pc sia morto: ‘E’ una cosa di cui si parla da tempo – ha detto il Ceo di Apple – è sempre stato sul punto di scomparire, ma ha anche trovato sempre il modo di rinascere, con Internet ad esempio e con i dispositivi digitali più recentemente. Ma all’orizzonte ci sono diversi dispositivi specializzati per i quali c’è grande spazio per la crescita. Come saranno? Non ne ho idea. Cinque anni fa non avrei mai pensato che si potesse consultare una cartina su di essi’. Parlando del sistema operativo Gates ha enfatizzato il suo futuro come residente nel 3D ‘posizionale’, il sistema multispazio supportato da schermi a tocco plurimo (come iPhone e il recente Surface di Microsoft).
Quando a Jobs è stato chiesto delle differenze tra Microsoft ed Apple è scaturita una interessante visione del Ceo della Mela: ‘tutti e due ci occupiamo di software, ma separare hardware dal software finisce per far precipitare le cose… fuori dalle Finestre’
Il momento che più di ogni altro ha rivelato il lato umano delle relazioni tra Jobs e Gates è stato quello in cui rispondendo alla domanda sui fraintendimenti del passato non è stata fornita una vera risposta, ma Jobs ha citato una canzone dei Beatles, Two of Us, in cui il testo dice: ‘abbiamo memorie comuni che vanno molto al di là della strada che ci attende’
Successivamente gli intervistatori hanno chiesto a Jobs e Gates le cose che si invidiano reciprocamente, Gates ha risposto che ammira il gusto di Jobs, Jobs a sua volta la capacità di Microsoft di costruire relazioni con i partner: ‘se fossimo così bravi come loro, saremmo migliori di quel che siamo’.
Infine alla domanda: che cosa ci riserva il futuro delle comunicazioni ha risposto: ‘non lo so ed è questo che rende questo lavoro così interessante, non saprei neppure immaginare dove saremo tra 10 anni’. ‘Steve – ha detto Gates con una battuta – non vi illustrerà mai il suo sistema di teletrasporto personale’