Apple non ha ancora presentato la sua posizione a fronte della preoccupazione espressa dalla Comunità Europea sulla violazione di norme antitrust nella gestione del negozio iTunes. Ad aggiornare i media sulla vicenda che qualche settimana fa aveva suscitato l’interesse (e qualche fraintendimento) nei media è la stessa Ue in alcune dichiarazione agli organi di stampa.
Apple, come noto, era stata invitata assieme ad alcune case discografiche di ‘primaria importanza’ a giustificare le restrizioni imposte ai cittadini europei, obbligati a comprare canzoni unicamente sugli store nazionali. Questa norma appare in palese contraddizione con una delle norme basilari dell’Unione che concede ai residenti dell’Unione Europea fare acquisti in ciascuno dei paesi che aderiscono al patto comunitario senza gabelle, vincoli dogali e lacci normativi. Nel caso di iTunes Store il vincolo al paese di residenza o, meglio, di fatturazione consente ad Apple e alle case discografiche di creare una barriera che impedisce al cliente di acquistare dove trova più conveniente farlo.
Apple aveva già risposto in via informale a queste accuse sostenendo di ritenere di non avere violato alcuna norma comunitaria aggiungendo anche che, in ogni caso, sarebbe ben felice di operare un unico negozio su tutto il territorio del’Ue, una scelta che si tradurrebbe in costi più bassi, ma di essere stata indotta alla scelta dei negozi multipli dalle case discografiche che avevano imposto alcune restrizioni legali.
La data limite per rispondere alle osservazioni dell’Unione Europea è la mezzanotte di lunedì 4 giugno. Nel caso l’Unione non fosse soddisfatta e giudicare le azioni delle case discografiche e di Apple come contrarie alle norme per la libera circolazione delle merci, potrebbe richiedere il pagamento di una multa del 10% del fatturato mondiale, una pena già toccata a Microsoft.