IBM e GlobalFoundries hanno concluso le trattative e la prima avrebbe ceduto per 2 miliardi di dollari il business della produzione di chip. Lo afferma Dan Nenni, affidabile redattore che scrive per SemiWiki. Globalfoundries è una società nata nel 2009 dalla dismissione di un ramo AMD e cresciuta nel 2010 con l’acquisizione della Chartered Semiconductor di Singapore.
Voci sulla volontà di vendere il ramo microchip di IBM, circolano da tempo e non meravigliano giacché l’industria del settore è sempre più orientata verso il modello “fabless”, con società come Apple e Nvidia che preferiscono produrre chip in outsourcing, in foundry (“fonderie”) di società quali Samsung e Intel.
Il più completo impianto IBM è il centro di East Fishkill (New York), da sempre fiore all’occhiello dell’azienda; in questo sono stati realizzati microprocessori per conto di grandi nomi come ad esempio Sony, Microsoft e Nintendo. Da FishKill uscirono anche gli ultimi processori PowerPC per Mac, i G5, una componente altamente innovativa e molto potente, ma che non aveva alcuna possibilità, per il consumo, di essere installata nei Mac portatili. Fu questo problema, oltre che i bassi volumi e i conseguenti alti costi, sommati al tasso di innovazione che andava a rallentare, del mercato dei processori IBM a convincere Apple a passare al mondo Intel.
IBM ha comunque continuato a produrre processori per macchine server, ma anche per il mondo consumer (a lungo i chip della Xbox furono prodotti su una variante del processore G5) affinando i suoi processi produttivi. A FishKill ha impianti in grado di lavorare con il processo produttivo a 22 manometri e 14nm, quest’ultimo preso in licenza da Samsung, ma sviluppato in collaborazione con la stessa IBM.