Nonostante il Canada sia una terra che di telefonia cellulare se ne intende (grazie soprattutto a RIM, la casa-madre di BlackBerry), è un po’ povero in quanto a utenti e soprattutto a numero di gestori. In sostanza è soprattutto Rogers a fare da quasi-monopolista per i cellulari del secondo più grande paese al mondo. E questo sta creando – forse – qualche problema ad Apple.
Infatti, nonostante gli annunci da parte di BestBuy canadese che la vendita dell’iPhone è oramai imminente, l’unico attore sul mercato è Rogers, la quale sinora ha avuto una doppia posizione. Da un lato la compagnia telefonica cerca di cavalcare l’ondata di entusiasmo segnalando sui quotidiani canadesi che l’iPhone in Canada “sicuramente arriverà con noi” (non esistono altri fornitori che abbiano le stesse dimensioni di mercato e copertura così ampia) e dall’altro gettando invece acqua sul fuoco sottolineando che le trattative sono in corso, i prezzi sono da vedere, le possibilità economiche anche e via dicendo.
Qual è il problema? Poca concorrenza. Nonostante il Canada non si faccia mancare nulla dal punto di vista dei prodotti, ha una struttura dei servizi telefonici ancora abbastanza primitiva a causa della scarsa concorrenza. Questo si traduce, cioè, in un mercato in cui ad esempio le tariffe di connessione dati via telefono cellulare a prezzo fisso o flat non esistono. E in generale, visto che Rogers non deve combattere contro nessun agguerrito concorrente nazionale, mancano anche le tariffe al ribasso per favorire gli utenti. In buona sostanza, Rogers ha un modello di business molto diverso da quello che Apple vorrebbe per vendere – a condizioni analoghe a quelle di At&T – il suo iPhone anche ai cugini canadesi.
Cosa succederà ? Si tratta se non altro di un interessante esempio di globalizzazione che in qualche modo va a colpire un’enorme isola verde (o bianca, a seconda della stagione dell’anno e del quantitativo di neve caduta) in un mare a stelle e strisce. Gli Usa stanno forzando il mercato della telefonia mobile da mesi e la presenza dell’iPhone di Apple, che aspira ad essere un fenomeno globale come è stato l’iPod. Potrebbe quasi essere l’argomento per un corso di economia internazionale: tipi di mercato diversi (con modelli estremamente diversi) stanno collassando uno dentro l’altro e gli effetti sono tutti da dimostrare.
E’ successo quando la musica su base nazionale ha incontrato la distribuzione digitale internazionale di iTunes Store (con barriera artificiale imposta dalle case discografiche e annessa causa dell’Unione europea), sta succedendo adesso che la telefonia – fintamente globalizzata perché solo negli apparecchi e non nei servizi – adesso si trova con un prodotto come l’iPhone che è figlio di un modello ibrido tra hardware e servizi, tra apparecchio e tipo di contratto. Cosa succederà ? Il caso canadese forse ci aiuterà a capire di più circa l’evoluzione dell’economia occidentale e – forse – aiuterà in qualche modo anche i canadesi ad avere l’iPhone prima del 2010…