Nessun proposito di cessione dell’attività a qualche misterioso offerente, tantomeno ad una società cinese. A smentire le voci, lanciate dal New York Times, sono i vertici della stessa Seagate.
‘Abbiamo semplicemente discusso nei giorni scorsi con diverse realtà asiatiche – ha detto Seagate – con diverse realtà asiatiche di Cina, Corea e Giappone della crescita del nostro business e in rapporto ai governi locali dove il mercato dei dischi fissi è diventato un problema di rilevanza nazionale’.
L’intervento di Watkins ha messo a tacere non solo le voci di corridoio ma anche e soprattutto le preoccupazioni che aleggiavano in alcuni ambienti americani che paventavano problemi di sicurezza per la cessione di un business strategico come quello dei dischi fissi nelle mani di una impresa cinese (che nel caso specifico si diceva potesse essere Lenovo). Gli Hd sono un mercato che interessa, infatti, i militari, le agenzie di tutela antiterrorismo, il governo e il fatto che Seagate, che controlla il 30% del business mondiale, possa avere dei vertici cinesi ‘spaventava a morte gli ambienti che amministrano la cosa pubblica americana’, come ha ammesso lo stesso Watkins, Ceo di Seagate. Le preoccupazioni erano diventate anche più vive quando si è diffusa la voce che Watkins avesse fatto cenno ad offerte ‘che gli investitori non possono rifiutare, specie l’offerta è abbastanza alta’.
Tutto questo è stato smentito a stretto giro di posta, con Seagate, che oltre ad avere precisato che i colloqui in corso con imprese orientali riguardano solo una espansione del mercato, ha troncato ogni discussione sulle presunte trattative. ‘Per essere chiari – si legge in una dichiarazione scritta – non abbiamo ricevuto alcuna offerta di questo tipo e non stiamo cercando acquirenti’.