Gli iPhone di nuova generazione sono già arrivati negli Usa? Le informazioni raccolte attraverso i canali utilizzati da ImportGenius, un sito che si occupa tracciare le merci importate negli Usa lascerebbero aperta questa ipotesi.
A suscitare il sospetto sono una grande quantità di containers, diverse decine, inviati tra marzo e metà maggio. I primi, 20, sarebbero arrivati il 19 di marzo, gli ultimi il 17 di maggio. Ad operare le importazioni sono state sia Quanta, uno dei partner che si occupano di assemblare diversi prodotti di Apple, sia da Apple stessa. A Vancouver, sarebbero sbarcati 67 container, questa volta importati da Schenker AG, una società tedesca specializzata in logistica che opera anche nei trasporti marini. L’ultima consegna è avvenuta il 17 maggio, dice l’informatissimo ImportGenius, al porto di New York sulla nave NYK Delphinus da cui sarebbe stato scaricato un container contenente 504 imballi del peso complessivo di 7140 kg. In tutto i container arrivati in Nord America sarebbero 147.
A far sospettare che si possa trattare dei nuovi telefoni sono due elementi. Il primo è la inusuale denominazione riportata sui container e sui documenti di trasporto; il contenuto sarebbe stato un non meglio identificato ‘electric computer’. In passato Apple avrebbe usato la più chiara descrizione ‘desktop computer’. A fronte dell’importazione dei misteriosi ‘computer elettrici’, termine che secondo ImportGenius verrebbe usato per nascondere qualche cosa di ancora non presentato, Apple non avrebbe diminuito le importazioni ‘standard’, il che lascerebbe pensare che si tratta di prodotti che vanno ad aggiungersi alla gamma oggi disponibile.
L’intera storia, pur intrigante, va presa con una certa cautela. Anche se alcuni elementi risultano, anche ad un sommario esame, verisimili (ad esempio dai registri del porto di New York consultabili in rete la nave NYK Delphinus è in effetti arrivata proprio il 17 maggio), altri lasciano qualche dubbio.
Il più rilevante sorge dal fatto che Apple avrebbe ricevuto il primo carico di iPhone 3G già il 19 marzo, una data poco credibile; significherebbe, stanti i tempi del trasporto dalla Cina agli Usa, infatti che gli iPhone erano in produzione da febbraio questo quando la maggior parte degli osservatori sostiene che la produzione è iniziata molto più tardi, ad aprile, se non ad inizio maggio. Qualche altro analista crede addirittura che la produzione inizierà solo in questi giorni. Questa tesi, per quanto possa suonare strana, in realtà non lo è affatto, visto che Apple potrebbe essere stata costretta ad attendere il via libera della FCC (l’ente che certifica i telefoni come rispettosi delle norme americane sul wireless) e mettere in produzione un dispositivo senza essere certi che questa certificazione ci sia, è un rischio davvero molto grande, anche se come nel caso dell’iPhone 3G probabilmente si tratta solo di una modifica (nuovo chip base band) al vecchio modello. Attualmente la Fcc non ha ancora pubblicato nulla sulle specifiche di iPhone e anche se sussiste un certo margine di dubbio determinato dalla segretezza che Apple potrebbe avere richiesto, è molto difficile che l’iPhone sia stato sottoposto e approvato tre mesi fa. A titolo di esempio l’attuale iPhone e la Airport Extreme sono apparsi sul sito della Fcc sei settimane prima della loro commercializzazione effettiva.
Apple in passato ha risolto i problemi determinati dalla vicinanza tra data di produzione e data annunciata della disponibilità con trasporti aerei. Fu così, ad esempio, con l’iPhone Edge spedito negli Usa con un cargo atterrato negli Usa qualche giorno prima del lancio. Fu così (e andò avanti a lungo con polemiche sui costi) per l’iMac a lampada.
Un altro elemento che contribuisce a suscitare qualche dubbio è il numero di iPhone che sarebbero stati importati. Facendo qualche conto, anche approssimativo, si tratta di quasi sei milioni di pezzi, dando per scontrato che i 40mila iPhone indicati per container sia una stima valida per tutti i 147 container (20 il 19 marzo, altri 44 tra il 27 marzo e il 17 maggio, altri 16 importati da Apple direttamente, 67 consegnati in Canada) un po’ troppi. Anche se infatti sei milioni di iPhone venduti entro fine anno non sembrano essere un target fuori dal mondo (Cupertino ne ha venduti 4 milioni da giugno a dicembre dello scorso anno, pur contando anche sull’apporto dell’Europa mentre qui si parla di solo Nord America), è pur vero che Apple non avrebbe alcuna ragione di ammassare dal primo giorno sul suolo americano una simile quantità di iPhone. A sconsigliarlo sono gli inutili costi di magazzino (migliaia di metri quadri occupati per settimane), e se vogliamo, anche i rischi di bug hardware. Che succederebbe se l’iPhone 3G manifestasse qualche problema tale da obbligare ad una variazione del design dopo qualche giorno dalla vendita? Che ne sarebbe dei milioni di iPhone già prodotti e stoccati negli Usa? Meglio produrne subito la quantità necessaria per soddisfare la prima ondata e poi lasciar scorrere le linee di produzione, mantenendo un flusso costante e tale da permettere eventuali modifiche.
Sei milioni di iPhone prodotti in poche settimane sembrano, per altro, essere una cifra davvero enorme anche dal punto di vista logistico; una simile quantità potrebbe richiedere diversi mesi di sfruttamento delle linee di assemblaggio. Non a caso le fonti taiwanesi parlavano di 3 milioni di iPhone da consegnare entro fine giugno; 10 milioni sarebbero previsti per fine 2008, ma si parla di tutti i mercati su cui iPhone sarà disponibile, non solo degli Usa.