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L’iPhone di Tim è ancora al palo

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Ma Tim, che fa? Questa è domanda che più di ogni altra ci viene fatta nelle decine di email che arrivano al nostro sito in questi giorni di frenesia “iPhonesca”. Tutti vorrebbero sapere che cosa sta accadendo al primo operatore mobile italiano per il quale l’iPhone, eccezion fatta per i comunicati per la stampa, non esiste. Non c’è traccia sul suo sito né nella fitta rete di negozi sparsi ai quattro angoli dello Stivale; negli stessi negozi i commessi dicono di non sapere praticamente nulla del telefono, figurarsi quando si parla di tariffe o prezzi. Unico segno di vita una pagina, protetta da password (iphone.tim.it), che lascia immaginare future informazioni web dedicate ad esso.

Tutto questo accade mentre la concorrente dell’ultima ora, Vodafone, che a gennaio ancora non solo non si era ancora neppure seduta intorno ad un tavolo con Apple ma neppure si immaginava come sua partner (al contrario di quanto sosteneva qualcuno che a posteriori, previsioni alla mano, ha dimostrato di saperne pochissimo in materia cercando di spacciare come scottanti rivelazioni di insider quelle che erano semplici e per giunta sbagliate deduzioni), ha già  un sito, prezzi di massima e persino un sistema di prenotazione presso i punti vendita Vodafone One per iPhone. L’assenza di iPhone sul sito di Tim stride ancora di più quando si nota che il gestore di telefonia mobile italiano è l’unico tra quelli nel lotto dell’11 luglio a non avere una pagina dedicata al telefono.

Spiegare perché Tim sia rimasta tanto indietro dopo essere stata persino sul punto di lanciare iPhone contemporaneamente ad At&T Austria e ad O2 Irlanda (ad inizio marzo), è difficile da dire. Quel che il nostro sito ha saputo è solo che “le trattive sono ancora in corso e alcuni dettagli devono essere sistemati”. Quel che sia ancora da sistemare forse solo Luciani e Bernabè lo sanno. Il nostro sito può solo fare qualche considerazione che parte da una certa freddezza che sembra esserci tra le due parti in causa, Apple e Tim, una scarsa comprensione tra due realtà  che non parlano esattamente lo stesso linguaggio e che hanno avuto, pare, difficoltà  a comprendersi fin dal primo minuto.

Le frizioni tra Tim e e la Mela, ci dicono voci attendibili, sono cominciate lo scorso autunno quando Tim pur avendo luce verde dalla controparte al lancio del telefono, restava sull’Aventino avanzando dubbi a catena, dalla percentuale da versare a Cupertino per finire con altri dettagli di tipo economico (l’obbligo di un contratto in un paese dove dominano le ricaricabili), passando per i dubbi sul tipo del telefono ritenuto non adeguato al nostro mercato. àˆ presumibile che Apple, in quei giorni sostanzialmente costretta (per il fatto che Tim è l’unico operatore Edge Italiano) a guardare solo alla società  di Telecom Italia, non abbia molto gradito questo atteggiamento sentendosi prigioniera della situazione.

Ancora meno deve avere gradito le indiscrezioni filtrate, in maniera che da più parti è apparsa pilotata, dell’accordo finalmente raggiunto. Gli articoli di giornale usciti in un momento non facile per i vertici Tim e Telecom miravano, almeno a prima vista, più che altro a esaltare (a beneficio di chi non conosce Jobs) l’abilità  di manager capaci di “convincere Apple a passare al 3G e di offrire i telefoni con un modello nuovo, con telefoni sbloccati e sovvenzionati”. Il problema è che lo sventolamento dello “scalpo iPhone” per risollevare il morale delle truppe, ha incidentalmente finito per incocciare con la maniacale cura della riservatezza di Apple rivelando preziosi e riservatissimi dettagli del nuovo modello di business ripresi, ci si immagini con quale gioia da parte dei vertici della Mela, dai giornali di tutto il mondo. Si immagini anche con quale felicità  a Cupertino possono avere letto del manager Tim in trasferta negli Emirati Arabi che su un bus spiffera al vicino di posto, rivelatosi poi un giornalista, ulteriori dettagli dell’accordo (tipologia del telefono e data di lancio). La letizia di Apple non deve essere stata moltiplicata, infine, dall’avere appreso che durante una convention Tim tenutasi a 10 ore di distanza dagli annunci della WWDC non una talpa, ma i “super-manager” Tim avevano sapere a 500 venditori (più altri 500 in videoconferenza) che in Italia il telefono sarebbe arrivato dall’11 luglio, anticipando così quel che Jobs avrebbe dovuto in esclusiva rivelare dal palco del Moscone.

Quel che è successo dopo lo sanno tutti. Tim, che comunque era difficile da lasciare fuori dal giro visti i suoi 36 milioni di contratti nel paese più “telefonino centrico” del mondo, ha l’iPhone, ma l’Italia è anche l’unico grande paese dell’Europa occidentale ad avere due operatori (neppure la Spagna, arrivata dopo l’Italia ad annunciare l’accordo, ce li ha) che lanceranno iPhone nello stesso giorno. Dedurne che Apple si sia procurata un paracadute, cucito con i colori bianchi e rossi di Vodafone, nel caso le cose dovessero prendere una brutta piega con Tim, significa peccare un po’ di dietrologia ma certo potrebbe essere una spiegazione logica di una situazione tanto inusuale.

Detto questo si dovrebbe arrivare al dunque e rispondere quando le informazioni su iPhone saranno disponibile ai clienti Tim. Purtroppo non siamo in grado di dire molto in proposito; quanto abbiamo appreso è che Tim sta cercando di limare al più presto almeno quelle asperità  che le impediscono di aprire il famoso sito protetto da password cui facevamo cenno in apertura. Questo dovrebbe avvenire, sperabilmente, già  nel corso di questa settimana, “forse lunedì o forse martedì”, dicono a mezza bocca le nostre fonti che però non sono in grado di garantire nulla. A quel punto si dovrebbe avere la possibilità  di farsi contattare dall’operatore quando saranno disponibili ulteriori comunicazioni; se Telecom farà  quel che ha fatto la concorrente Vodafone si dovrebbe anche avere una idea del prezzo dell’iPhone in versione con ricaricabile e, finalmente, avere se non altro un quadro completo sull’iPhone in Italia. Quel che è certo è che se Tim dovesse ritardare ancora potrebbe trovarsi in seria difficoltà  vista la dinamicità  di Vodafone; sperare che basti un accordo con Unieuro, unico punto di affioramento (per giunta ufficioso) del cellulare Tim, per tamponare la macchina che Vodafone ha messo in moto potrebbe essere illusorio.

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