Apple sta ancora combattendo una difficile battaglia tra l’utilizzo del vetro zaffiro come elemento di marketing e le problematiche di disponibilità e costi che questo materiale potrebbe generare nella sistema di commercializzazione di iPhone 6. Questo quel che traspare da un articolo pubblicato nel corso delle ultime ore dal Wall Street Journal.
Nonostante il servizio sia in gran parte incentrato intorno a notizie già note sulle scelte strategiche compiute da Apple con il patto stipulato con GT Advanced Technologies e le qualità del vetro zaffiro, non mancano alcune informazioni nuove che contribuiscono a formare un quadro più definito sull’argomento. Una di queste è la decisione che pare quasi scontata sull’adozione di questo materiale sostituto del vetro tradizionale, ma molto più duro e resistente ai graffi, unicamente nei due modelli top dell’iPhone 6. La voce al proposito era circolata tempo fa, ma il WSJ fornisce ad essa più consistenza, citando l’avvio ancora a basso regime degli impianti in Arizona da cui usciranno le cosiddette “boule”, “bocce” di materiale grezzo, e i conseguenti timori sulla disponibilità. Poichè l’impianto Apple, gestito da GT, è di fatto l’unico al mondo in grado di affrontare una simile produzione, un intoppo qualunque potrebbe incagliare severamente la nave di iPhone 6 e danneggiare il mercato dello smartphone in maniera irrimediabile.
Un secondo aspetto che Apple starebbe tenendo in conto è quello del costo. Apple e GT con le nuove fornaci allestite nello stabilimento in Arizona che da solo produrrebbe circa il doppio del totale del vetro zaffiro mondiale degli oltre cento impianti attuali in attività, sarebbero riuscite ad abbattere il prezzo, sfornando boule del 50% più grandi, ma nonostante questo una copertura in vetro in zaffiro potrebbe comunque costare 16 dollari, oltre cinque volte di più di uno realizzato con vetro tradizionale indurito, come il Gorilla Glass. Usando questo materiale sul modello più costoso, Apple potrebbe ammortizzare più facilmente l’aumento del prezzo delle componenti. In ogni caso sembra che siano state fatte anche valutazioni che potrebbe avere spinto Apple verso altre direzioni. Un vetro zaffiro rompendosi meno facilmente potrebbe ridurre i costi di riparazione da rotture accidentali in garanzia e poi potrebbe essere un fattore di marketing, ma secondo gli analisti in tutti e due i casi difficilmente Apple potrebbe riuscire ad assorbire la differenza di costo.
Nei giorni scorsi su Internet erano apparse alcune prove svolte su presunti vetri di copertura di schermi di iPhone 6 che avevano dimostrato che non si trattava di vero vetro zaffiro. L’articolo del WSJ darebbe una spiegazione razionale a quel test, visto che potrebbe essere stato svolto usando la componente non del modello top, ma un entry level.