Niente iPhone, siamo Giapponesi. La diffidenza, per non dire il disinteresse del Sol Levante nei confronti del telefono di Apple viene testimoniato da una ricerca di mercato svolta da iShare, una società di ricerca del paese asiatico che avrebbe rilevato percentuali davvero basse in fatto di persone interessate a comprare il telefono. Meno del 9% (per la precisione 8,9%), infatti, intenderebbe acquistarne uno.
La percentuale, certamente poco confortante per quanto riguarda SoftBank che ha l’esclusiva di iPhone per il Giappone, potrebbe non sorprendere troppo. I clienti delle reti cellulari di quel paese sono molto sofisticati e abituati ad usare particolari servizi non disponibili su iPhone. Il modo con cui il telefonino viene usato in Giappone, dove la navigazione avviene con standard e su reti proprietarie, dove la fotografia è un fattore di grande rilievo, dove ci sono ecosistemi chiusi e completamente impermeabili (e incomprensibili) alle modalità occidentali, ha condotto gli operatori locali a costruire in partnership con i produttori di telefoni, terminali particolari, non disponibili su altri mercati.
In realtà , oltre a questo aspetto generale, iPhone sembra non incontrare il gradimento dei giapponesi anche per altre ragioni. Ad esempio un fattore di ampio e generalizzato di dissenso risiede nel fatto che il cellulare non ha una batteria sostituibile; ben il 77% disapprova la scelta ingegneristica di Apple. La percentuale si alza anche ulteriormente tra coloro che hanno sostituito almeno una volta la batteria: ben l’88% non comprerà iPhone per il fatto che non è in grado di fare quello che ha fatto con il suo precedente o attuale telefono. Tra gli altri dati statistici il numero di coloro che pensano di usarlo come primo telefono (6,2%) e il fatto che la percentuale di coloro che ne avrebbero voluto comprare uno era più alta lo scorso anno a luglio (9,6%)
Dopo le cattive notizie quelle buone. Una riguarda SoftBank. Dell’8,9% dei giapponesi intenzionati a comprare iPhone, solo il 22,9% è già suo cliente. Questo vuole dire che una buona percentuale arriverà da altri operatori, portando contratti ‘freschi’.
La seconda notizia è per Apple e potrebbe cambiare, almeno parzialmente, l’umore non positivo per tanta diffidenza su uno dei mercati più importanti al mondo. L’inchiesta è stata compiuta su un campione molto piccolo di potenziali clienti (circa 400) e prima che si apprendesse che il costo del telefono sarà di circa 199$. Il costo oggi più basso di quanto previsto al momento dell’indagine e il ridotto numero di partecipanti, danno speranze ad Apple di sovvertire i pronostici secondo i quali la vita potrebbe essere dura per la Mela laggiù in oriente.
La terza notizia che potrebbe risollevare l’umore (e non poco) è che se la percentuale dell’8,9% fosse, grossolanamente, trasposta sulla popolazione tra i 20 e i 49% (quella del campione) le cose non dovrebbero andare troppo male in termini di numeri nudi e crudi. Si sarebbe infatti di fronte a diversi milioni di iPhone (circa 3,5) che sono quasi quanti Apple ne ha venduti lo scorso anno tra giugno e fine dicembre tra Usa, Francia, Germania, e Regno Unito.