Psystar prova a sventolare la carta dell’antitrust sotto il naso degli avvocati di Apple. L’accusa di esercitare pratiche anticompetitive è alla base dell’ultima mossa del produttore di cloni non autorizzati, in una causa lanciata nel corso della giornata di ieri che mira, appunto, a portare in tribunale la Mela.
L’azione legale, una risposta alla causa che a sua volta Apple ha intentato contro Psystar, è stata descritta nel corso di una conferenza stampa presieduta dal proprietario della società della Florida, Rudy Pedraza secondo cui due leggi federali, lo Sherman Antitrust Act e il Clayton Antitrust Act impedirebbero ad Apple di vendere il Mac Os solo in abbinamento all’hardware proprietario. Per altro Psystar venderebbe Mac Os in una versione non modificata e pienamente autorizzata, dotata di licenza e che tutto quanto è stato fatto per far girare il sistema operativo di Apple su hardware generico, rispetta le regole dell’open source, comprese quelle che regolano la porzione di sistema operativo di Apple stessa sottoposto al regime del software libero.
“Il mio obbiettivo – ha detto Pedraza – non era quello di liberare il Mac Os, ma di offrire un’alternativa. Molte persone sarebbero disposte ad usare il sistema operativo di Apple, ma non sono abituate a spendere l’esorbitante costo richiesto per qualche cosa che è essenzialmente hardware generico.
La prospettiva di una causa a sfondo antritrust non giunge inattesa. Era stata infatti paventata nei giorni scorsi. Per ora però Psystar non pare intenzionata a mettere in atto un’iniziativa legale coinvolgendo Federal Trade Commission e agenzie governative.
Apple ha ora trenta giorni di tempo per rispondere alla causa di Psystar. Nel frattempo la stessa Psystar (che secondo alcuni esperti legali potrebbe avere vita dura nel provare le sue accuse) lancerà altri cloni: un server e un computer portatile.