Ingegneri e ricercatori IBM del laboratorio di sviluppo di Hursley (UK) e del laboratorio di ricerca di Almaden (California-USA) hanno raggiunto interessantissimi risultati in termini di prestazioni che superano l’attuale record di un sistema storage del 250 per cento.
I risultati sono stati ottenuti abbinando la tecnologia “solid state” di tipo Flash con tecnologie di virtualizzazione ad elevata scalabilità . “Quicksilver” – questo il nome in codice del progetto – ha permesso di realizzare un prototipo di sistema storage con prestazioni di oltre 1 milione di operazioni di I/O al secondo (IOPS), con tempi di risposta inferiori al millisecondo (ms). Se confrontato con il risultato di benchmark più veloce raggiunto da un sistema storage , il sistema è in grado di migliorare le prestazioni del 250 per cento riducendo a 1/20 il tempo di risposta medio, a un quinto lo spazio fisico necessario, richiedendo solo il 55% dell’energia e del raffreddamento.
Miglioramenti di prestazione di questa entità possono avere impatti significativi per il business di una azienda consentendo di svolgere, a parità di tempo, il doppio o il triplo di operazioni e di raggiungere livelli di efficienza senza precedenti per applicazioni “time-sensitive” come nel caso di sistemi di prenotazione e sistemi finanziari di trading. Il risultato, inoltre, può consentire di raggiungere risultati impensabili nell’ambito di soluzioni per data warehouse e per analisi delle informazioni.
IBM ha adottato un approccio ad ampio spettro per sfruttare al meglio le potenzialità dello storage di tipo “solid state”. Questa tecnologia emergente, a differenza dei dischi magnetici tradizionali, non ha parti meccaniche in movimento e non risente quindi dei tempi di ritardo tipici dei dispositivi elettromeccanici.
[A cura di Mauro Notarianni]