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Recensione Anker Solar Charger, per ricaricare iPad, iPhone, Android col sole

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Con l’estate e le vacanze alle porte, quello di cui hanno sicuramente bisogno i nostri dispositivi è una grande quantità di energia per poter essere ricaricati nel momento del bisogno: la soluzione a questo è dotarsi di batterie d’emergenza utili per ricaricare più e più volte iPhone, iPod, iPad, smartphone e tablet Android e Windows Phone, per non parlare di lettori MP3, navigatori GPS e quant’altro. Tutto questo si traduce in tanti, troppi accessori nel momento in cui restiamo fuori casa svariati giorni, in special modo se passati completamente all’aperto senza possibilità di avere a disposizione una presa di corrente.

La soluzione di Anker che abbiamo messo alla prova risiede in quattro pannelli solari che, alle giuste condizioni, riescono a ricaricare anche due dispositivi contemporaneamente: il tutto per intere settimane, mesi o anni, senza più bisogno di dotarsi di diverse batterie d’emergenza, il tutto sempre a portata di zaino. Per i nostri test ci siamo affidati all’amperometro USB digitale che da qualche tempo impieghiamo nei test di diversi dispositivi, in modo da sapere sempre con esattezza come si comporta l’accessorio a tutte le condizioni meteo e di luce.

Anker Solar Charger com’è fatto

All’interno della solita scatola in cartone completamente riciclabile che contraddistingue tutti i prodotti dell’azienda in questione troviamo il pannello solare ed il manuale delle istruzioni. Chiuso, l’accessorio misura 27,5 x 17 x 2 centimetri e pesa circa 700 grammi: è caratterizzato da stoffa di ottima fattura e quattro anelli sul bordo permettono all’occorrenza di agganciarlo con corde o moschettoni (non inclusi nella confezione) ad uno zaino o qualsiasi altra superficie anche piana in modo sicuro, magari sopra il tettino di un automobile o tramite i picchetti vicino ad una tenda.

Una chiusura a strappo lo tiene ben chiuso quando non utilizzato, aprendolo la lunghezza si quintuplicherà (27,5 x 89 x 2 centimetri) in quanto avremo quattro “pagine” che accolgono i quattro pannelli solari ed una con ulteriore chiusura a strappo che accoglie le due porte USB e permette, all’occorrenza, di infilarci dentro i cavi dei dispositivi per facilitarne il trasporto.

Anker Solar Charger come funziona

Il funzionamento, come si può ben immaginare, è davvero semplice: basta aprire completamente tutto l’accessorio, stenderlo in modo tale che i raggi del Sole possano arrivare ai pannelli solari e collegare i dispositivi da ricaricare. Potremo ricaricarne fino a due contemporaneamente, tenendo conto del fatto che complessivamente l’accessorio è capace di erogare fino ad un massimo di 2A, o almeno è questo quanto dichiara l’azienda e che in parte è stato confermato dai nostri test di cui discuteremo nella pagina seguente.

Recensione Anker Solar Charger

Test sul campo

I test sono stati effettuati il giorno 20 maggio su un iPhone 5 in uso da 8 mesi, un iPad 2 in uso da 29 mesi ed uno smartphone Android in uso da 6 mesi, con tutti i cicli di carica che ne conseguono per ciascuna batteria. E’ importante segnalare che la quantità di ampere erogata dall’accessorio varia molto in base alla quantità di luce disponibile, inoltre è da tenere conto che i test sono stati effettuati in città, dove la trasparenza dell’aria non è la stessa che si può trovare in montagna o in altura, inoltre è bene ricordare che lo Zenit, il punto sopra la testa dell’osservatore ed il momento di massima resa dell’accessorio, è il 21 giugno, circa un mese dopo dei test.

Test al Sole, senza nuvole, ore 9:30 del mattino – in questo caso abbiamo messo alla prova l’iPhone al 52% di carica e l’iPad al 16% di carica, quindi il primo dovrebbe assorbire meno energia rispetto al secondo. Collegando solo l’iPhone, l’amperaggio erogato dal pannello si aggira intorno ai 0.70 A, mentre quello del solo iPad è di 0.90 A: insieme, la porta dell’iPhone indicava 0.35 A mentre quella dell’iPad 0.40 A. In conclusione quindi, al mattino quando il Sole non è perpendicolare all’accessorio, il totale erogato è di circa 1 A.

Test al Sole, senza nuvole, ore 12:30 del mattino – ben diversi i risultati all’ora indicata, quando il Sole comincia ad essere quasi perpendicolare al Solar Charger. Qui, abbiamo testato l’accessorio con l’iPhone al 23% di carica, l’iPad al 10% di carica e lo smartphone Android al 90% di carica: il primo, da solo, veniva ricaricato con 0.85 A, il tablet 1.30 A e lo smartphone Android a 0.35 A: combinando insieme iPhone e iPad, il primo assorbiva 0.40 A mentre l’iPad 0.80 A, mentre lo smartphone Android, sia in un caso che nell’altro, manteneva i suoi 0.35 A di assorbimento. Ma la bassa energia fornita all’Android, più bassa di quella di iPhone, dipende probabilmente dal fatto che il pannello da noi provato era ottimizzato per iOS e ancora privo di PowerIQ, la tecnologia che permette di leggere correttamente i dispositivi connessi. Tecnologia ora disponibile

Test con cielo nuvoloso, ore 17:00 del pomeriggio – lo stesso giorno abbiamo avuto la fortuna di essere testimoni di un cambiamento climatico notevole, passando dal cielo limpido a quello coperto da nuvoloni grigi. In questo caso, l’iPhone da solo, al 12% di carica, assorbiva 0.48 A, mentre l’iPad al 5% di carica 0.62 A: insieme, il primo 0.27 A ed il secondo 0.34 A. Il risultato è che il dispositivo in queste condizioni non garantisce poi molto, con un totale di circa 0.60 A, che ricaricano molto lentamente sia iPhone che iPad. In pratica in questa condizione può essere utile per ricaricare un iPhone e garantire un prolungamento di autonomia di un iPad, ma non a ricaricare l’iPad perchè sarebbe lentissimo.

Test al chiuso, in casa, ore 21:00 di sera – In casa abbiamo azzardato un test per vedere se la potenza di una lampada da 150W è capace di alimentare i pannelli solari. Ebbene, in quest’occasione il Solar Charger ha restituito sull’iPhone un messaggio di errore segnalandoci “questo accessorio potrebbe non essere supportato”, ma nonostante tutto il simbolo di ricarica restava fisso sulla status bar del dispositivo: nulla di più sbagliato, in quanto in questa particolare condizione non avviene nessuna ricarica, segnalando un 0.0 A fisso.

Conclusioni: Il Solar Charger di Anker è un accessorio particolare, che effettivamente svolge il suo lavoro soltanto con il cielo limpido, dando il meglio di sé durante le ore più calde del giorno con il sole perpendicolare ad esso. Si rivela quindi utile per ricaricare i dispositivi all’aperto, lontani da prese di corrente, o anche per ricaricare batterie d’emergenza da utilizzare di sera, ma diventa quasi inutile nel momento in cui le condizioni climatiche non sono favorevoli, specialmente se per più giorni consecutivi.

Pro
– Soluzione potente, ricarica anche iPad
– Fattore di forma portatile

Contro
– Ha bisogno di una luce intensa per essere utile con tutti i dispositivi

Il prezzo del pannello solare con PowerIQ è di 59,99 euro spedizione inclusa.

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