Ci siamo chiesti per anni che leader sarebbe stato Tim Cook, quanto lunga era l’ombra di Steve Jobs, quale sarebbe stato il futuro di Apple. Domande che la stampa e gli analisti si sono posti dando spesso risposte arbitrarie che hanno scosso i mercati, sfasciato il valore delle azioni, addirittura convinto clienti a non comprare prodotti. Tutto sulla base del niente, delle supposizioni buone tanto le prime come le ultime. Fino a oggi.
Massima ironia, proprio oggi che arrivano le risposte in un keynote storico che sposta radicalmente il peso di Apple, che fa vedere quale sarà la sua postura negli anni a venire, che mostra concretamente non solo come verranno affrontati i concorrenti ma anche come Tim Cook conduce la nave, con quale stile si muove nell’arena della sua azienda e in quelle ben più grandi e competitive del mercato, sono tutti delusi perché non c’è stata una improbabile pioggia di gadget e di prodottini di poco momento.
Viviamo un’epoca con una stampa infantile, facilona, superficiale. Cerca l’effetto spettacolare, non sa guardare alla prospettiva, non si ricorda neanche i capricci che ha fatto il giorno prima e a cui arriva un pulita, puntuale e molto chiara risposta il giorno dopo. Ci sono giornalisti che hanno bollato come “delusione”, “inutile”, “perdita di tempo” uno dei keynote più importanti di sempre per la storia di Apple. Quello in cui si è visto chiaramente all’opera lo stile di controllo gentile ma ferreo di Tim Cook, con attenzione alle cose che lui giudica importanti e quindi Apple giudica importanti: responsabilità. Fasce deboli della società, capacità di dare empowerment ai singoli, strategie.
E poi la parte strategica. Adesso Apple mira a costruire una piattaforma costruita sull’Armonia, che è il senso vero di “Continuity”, la continuità fra tutti gli apparecchi. Mentre altri cercano di dare una risposta unica che vada bene per tutto, con un unico sistema operativo, un’unica piattaforma, invece Apple si offre di dare risposte proporzionate ai contesti, puntando sull’esperienza complessiva, sulla facilità di utilizzo, sulla possibilità di sfruttare tutti gli apparecchi in tutti i contesti.
L’armonia per la Apple di Tim Cook è un concetto diverso da quello di Steve Jobs: vuol dire accettare di utilizzare anche prodotti della concorrenza, vuol dire un impiego strategico del cloud più simile a DropBox e allo “hard disk in the sky” che Jobs disprezzava (ma solo perché non era riuscito a comprare DropBox) che non a un sistema di sincronizzazione e basta, vuol dire aprire la piattaforma a maggiore fluidità di utilizzo, senza frizioni tra contesti e ambiti. Salute, domotica, automotive, ma anche possibilità di staccare gli sviluppatori da ambiti noti e portarli verso nuovi linguaggi di programmazione costruiti attorno ai bisogno della piattaforma, ottimizzati per l’hardware e le tipologie di servizi e applicazioni.
Sono tantissime le novità che Tim Cook ha raccolto per gli sviluppatori e portato fuori in un’ora e 57 minuti. Un lavoro notevole fatto con passione per un anno intero, promettendo un salto in avanti come Apple non vedeva dai tempi dell’introduzione dell’app store per iPhone e poi per Mac. Un cambio di passo che lascia il segno perché getta le fondamenta alle tecnologie del futuro e quindi ai servizi e ai tipi di prodotto. Quello che si è visto è stato Tim Cook disegnare per la prima volta con i suo stile il management, i servizi, i prodotti e le strategie della piattaforma Apple. Niente Phil Schiller o Eddie Cue sul palco (Cue era in platea, niente Schiller e niente Jony Ive al Moscone, almeno dalla prospettiva del vostro cronista). Invece tanto Craig Federighi che ha retto la parte di “rompighiaccio” con le nuove funzionalità, con un gioco interessante da teatro surreale che ha riempito le parti in cui a prevalere è il senso di quel che si dice e non il modo in cui lo si fa. E poi via con le tecnologie, con i servizi, con il desiderio di rendere la piattaforma Apple ricca, variegata, accogliente.
I cambiamenti sono notevoli e l’attesa è vedere come saranno iOS 8 e OS X Yosemite dal vivo, in mano. Macitynet sarà sicuramente uno dei primi a provare e a raccontarvi quali sono le sensazioni. Certo è che questo keynote è il segno di un cambiamento di velocità, della nascita di una strategia di piattaforma, del tentativo di andare in una direzione chiara e in maniera regolare e costante. Una mossa da leader consapevole e sicuro, capace di esprimere la sua idea in modo chiaro e sereno. Il mercato finanziario in prima battuta non ha gradito, la Borsa ha penalizzato Apple. Vedremo in poco tempo quale sarà la risposta del mercato reale a questa idea della Armonia come chiave per sconfiggere la concorrenza e rimanere prima nel cuore e nella mente dei consumatori.