Hp ha annunciato altri tagli al personale: nei prossimi mesi l’azienda informatica ha in programma tra 11mila e 16mila licenziamenti. Questa riduzione di posti di lavoro è un altro segno della crisi dei pc: l’annuncio è arrivato dopo i risultati dell’ultimo trimestre che hanno visto un fatturato sotto le stime, sceso dell’1% a 27,3 miliardi di dollari.
Se l’annuncio sarà rispettato, il colosso statunitense guidato da Meg Whitman, darà il via ad un imponente piano di ristrutturazione dell’organigramma dell’azienda. Hp aveva già annunciato nel 2012 tagli del personale per oltre 29mila posti di lavoro, che sono poi diventati 34mila (Macity ne ha parlato in questo articolo), ma ora si potrebbe arrivare addirittura ad un totale di 50mila licenziamenti in meno di due anni. Cifre, queste, che dicono molto della crisi che sta affrontando Hp e legata, da una parte, alla flessione di vendita di stampanti, pc e servizi e, dall’altra, all’affermazione di altri costruttori di computer come Lenovo.
I dati che hanno spaventato Hp sono relativi ai ricavi (i profitti sono arrivati a 1,27 miliardi di dollari, il 18 % in più rispetto all’anno precedente) che sono meno di quanto atteso dal mercato e decisamente in discesa per quanto riguarda i settori delle stampanti e dei servizi.
Hp si aspetta che l’azienda così ristrutturata possa lasciarsi alle spalle gli ultimi undici trimestri consecutivi che hanno dato soltanto risultati negativi a Wall Street, e che possa risollevarsi nel panorama del mercato dell’informatica. La scelta decisiva sarebbe, secondo la Ceo di Hp, quella di concentrare i tagli al personale ai dipendenti dei settori computing, networking, storage e software, e di continuare invece ad investire nella ricerca. Posti di lavoro nella ricerca, quindi, per ora, sono salvi in Hp.