Il nastro magnetico è uno dei supporti di memorizzazione più antichi nella storia dell’informatica, ma quello di nuova generazione creato da Sony supera in un colpo solo due record: quello della più elevata densità di registrazione e anche quello del singolo supporto più capiente. Rispetto ai nastri tradizionali che offrono una densità di 2 gigabit per pollice quadrato, il nuovo nastro magnetico Sony è 74 volte più capiente: la densità di registrazione arriva infatti a 148 gigabit per pollice quadrato. Così una singola cartuccia a nastro realizzata con questa soluzione è in grado di immagazzinare ben 185 terabyte di dati, una quantità di informazioni in grado di far impallidire non solo le unità SSD, ma anche i dischi fissi di ultima generazione.
Per realizzare il nuovo nastro magnetico Sony ha impiegato sofisticate nanotecnologie: grazie al processo di polverizzazione catodica, con l’impiego di scariche elettrostatiche sottovuoto per forzare la collisione di ioni di Argon con il materiale target, viene creato un film super sottile e uno strato magnetico con nanoparticelle e orientamento cristallino uniforme. Queste caratteristiche superano tutti i limiti delle tecnologie impiegate per creare i nastri tradizionali e permettono di realizzare particelle magnetiche estremamente piccole, che misurano solamente 7,7 micrometri, da qui il record di densità di registrazione e la capacità record per singola cartuccia a nastro.
Dopo lo splendore degli albori dell’informatica, con i miglioramenti di dischi fissi e poi delle memorie Flash, le cartucce a nastro magnetico hanno conosciuto un costante declino ma recentemente questa tendenza si è invertita. Nel campo della ricerca, società media e di broadcasting, nei settori dell’imaging e del video, i nastri stanno conoscendo una seconda giovinezza dovuta ad alcuni fattori fondamentali: l’elevata velocità per le operazioni di lettura e scrittura, l’affidabilità e la capacità di conservare dati in assenza di alimentazione.