I selfie e la moda di ritrarsi in fotografie poi pubblicate in Rete sono un fenomeno osservato con sospetto da molti. Ora arriva (almeno secondo qualcuno) la conferma ufficiosa che qualche cosa non va nella mente dell'”auto-ritrattista” professionista: secondo la sedicente American Psychiatric Association si tratta di un disturbo mentale. La nuova patologia ha anche un nome e il termine è selfitis, selfite.
Secondo i membri dell’APA chi ne è colpito soffre di un desiderio ossessivo compulsivo di realizzare fotografie di sé stesso per poi pubblicarle online, pratica messa in atto però per compensare la mancanza di autostima e anche per colmare lacune nella propria intimità.
Chi soffre di selfite, può valutare la gravità del proprio disturbo in base alla scaletta fornita dall’American Psychiatric Association: selfitis borderline è chi fotografa sé stesso almeno tre volte al giorno ma che poi non pubblica le immagini su Internet. Rientra invece nei casi selfite acuta chi scatta almeno tre fotografie di sé stesso e le pubblica tutte online. Infine i casi disperati sono quelli di selfite cronica, coloro i quali provano la voglia incontrollabile di scattare autoritratti lungo l’arco dell’intera giornata pubblicando le foto su Internet più di sei volte al giorno.
Secondo gli psichiatri USA al momento non esiste una cura per questo disturbo ma sembra sia possibile ottenere miglioramenti grazie alla Terapia Cognitivo-Comportamentale, siglata in inglese CBT.
Aldilà delle veridicità della fonte e delle classificazioni i comportamenti dei malati di selfie hanno sicuramente un tratto patologico.
Sarebbe interessante conoscere il parere in merito di alcune delle star più celebri di Hollywood, protagoniste della foto selfie più retwittata di sempre, scattata nella notte degli Oscar. In questo caso però sembra possibile escludere problematiche di autostima e lacune di intimità: l’uso dello smartphone Samsung era stato suggerito alla conduttrice della notte degli Oscar dai dirigenti della multinazionale coreana per ragioni di pubblicità e sponsorizzazione. Così per il selfie finora più famoso di sempre più che di disturbo mentale si tratta senz’altro di marketing.
Se non temete di apparire disturbati o se avete esigenze di marketing da soddisfare, sappiate che qualche giorno fa Apple ha pubblicato una sezione tutta dedicata ai selfie su App Store. La sezione ora non c’è più, ma Macitynet vi presenta in questa pagina tutte le migliori applicazioni per dedicarvi alla vostra passione. Usatele con moderazione…