Una corte regionale del Mannheim, in Germania, ha respinto il pagamento di di 1,57 miliardi di euro che il patent troll IPCom aveva richiesto ad Apple. Al centro dell’azione legale, la presunta violazione da parte della casa di Cupertino di un brevetto europeo posseduto da IPCom (EP1841268), essenziale per i dispositivi 3G e LTE: un metodo che permette di eseguire chiamate di emergenza, anche in caso di congestione della rete di comunicazione. Il brevetto in questione non è stato contestato solo ad Apple, ma anche ad altre aziende tra cui: Vodafone, Nokia, HTC (quest’ultima ha subito per sei anni attacchi da parte di IPCom). Tutte avevano contestato la validità del brevetto ma l’Ufficio europeo aveva fatto da sponda al patent troll, confermandone la validità.
All’inizio di questa settimana Apple, Samsung, ARM, BlackBerry, Dell, Google e altre società che operano in differneti settori, tra cui per esempio anche Adidas, hanno chiesto all’Unione Europea di agire contro le entità non praticanti. Le Patent Assertion Entity, più comunemente conosciute come patent troll, lo ricordiamo, basano la propria attività economica sulla registrazione generalizzata e indiscriminata del maggior numero possibile di brevetti, richiedendo poi il pagamento delle relative royalty a chiunque utilizzi quelle tecnologie o quei metodi di produzione.
Le società che si sono unite per fare fronte comune contro il dilagare delle cause legali basate su brevetti richiedono che durante i vari processi non vengano garantiti e concessi ai patent troll ingiunzioni e blocchi delle vendite: “C’è il rischio che l’ordine del tribunale blocchi l’importazione e la vendita di un bene, scoprendo poi alla fine che il brevetto non era valido” si sostiene nella lettera inviata alle autorità competenti.
Al momento società fittizie come IPCom possono denunciare grandi aziende senza troppi problemi e rischi: le ripercussioni possibili sono minuscole rispetto al potenziale guadagno in caso di vittoria. Come abbiamo già spiegato in altri articoli, il più delle volte per le grandi multinazionali risulta più conveniente accordarsi con i patent troll piuttosto che perdersi in lungaggini, una soluzione che permette di evitare gli elevati costi e il tempo necessario alla gestione di una causa legale. La situazione è non solo nota ma sfruttata appieno dalle società patent troll, tanto che le contestazioni per vie legali dei brevetti costituiscono la linfa vitale che permette loro di fare business e prosperare.