Facebook sborserà 19 miliardi di dollari per comprare Whatsapp. Ecco la notizia della serata e, forse, di questa prima parte dell’anno, così come essa è stata diffusa prima dalla SEC, la commissione di vigilanza della borsa americana, poi dalla stessa azienda californiana.
L’operazione è chiara nel suo intento. Facebook dopo avere costruito la più grande rete relazionale, punta diventare padrona del mondo della messaggistica istantanea, un segmento essenziale nell’era del mobile, di cui Whatsapp è al momento re indiscusso con i suoi 450 milioni di utenti. Mettere insieme messaggistica e social network significa combinare due elementi fondamentali che sono al momento solo parzialmente e in maniera tangenziale concorrenti uno dell’altro, aumentandone il reciproco potenziale.
Lo stesso Mark Zuckerberg spiega il senso dell’acquisizione: «WhatsApp farà da complemento alla nostra chat e servizi di messaggistica, fornendo nuovi strumenti per la nostra comunità. Poichè WhatsApp e Facebook Messenger servono un target importante e differenziato, continueremo ad investire su tutti e due».
Qualche lampo di luce in più per comprendere il quadro dell’enorme investimento compiuto, arriva da Jonathan Teo, uno dei principali investitori di Snapchat che è un concorrente di WhatsApp e che sembrava dovesse essere acquisito da Facebook: «La comunicazione è una cosa quotidiana – dice a Reuters Teo – ha un solido effetto relazionale. Facebook è forte sui contenuti, ma non ha ancora trovato una leva per dominare nel mondo della comunicazione», e sarebbe per questo che si è rivolta a WhatsApp.
Facebook per incamerare il sistema di messaggistica spenderà 16 miliardi di dollari in contanti e azioni, altri 3 miliardi di dollari in azioni finiranno ai fondatori di WhatsApp tra i quali l’amministratore delegato Jan Koum che entrerà nel consiglio di amministrazione di Facebook. Il brand verrà mantenuto, come è stato mantenuto quello di Instagram, acquisito lo scorso anno da Facebook.
Secondo quanto riferito da Koum in queste prime ore dalla pubblicizzazione dell’acquiizione non dovrebbe cambiare praticamente nulla anche sotto il profilo degli utenti: «continuerete – dice a chi usa WhatsApp l’ormai ex amministratore del servizio di messaggistica – ad avere un servizio indipendente ad un costo nominate, continuerete ad usare il servizio nel mondo in cui vivete e con lo smartphone che usate, non avrete pubblicità ed interruzioni delle comunicazioni. Non ci sarebbe stato accordo se avessimo dovuto compromettere i principi base che da sempre caratterizzano la nostra società e i nostri prodotti». Come la promessa “niente pubblicità” si coniugherà con il business di una azienda come Facebook che vive con la pubblicità sulla sua piattaforma (e che guadagna con la pubblicità anche con altri servizi che ha acquisito, come il già citato Instagram) sarà da verificare.