Un membro dell’FTC, l’organismo che negli Stati Uniti vigila sui comportamenti anti-concorrenziali, ritiene che la recente decisione sulla questione rimborsi per gli acquisti in-app accidentali non abbia fondamento. Il Commissario Joshua D. Wright (ex professore di Legge alla George Mason University) fa eco a quanto aveva scritto ieri Tim Cook, il CEO di Apple, in un memo inviato ai dipendenti: la società di Cupertino aveva già risolto la questione, si era di sua iniziativa messa in contatto con 28 milioni di clienti potenzialmente colpiti dal problema degli acquisti in-app e a queste mail sono seguite 37.000 richieste di rimborso che la società onorerà a breve come promesso.
A seguito dell’iniziativa di Apple, la decisione della commissione non ha alcun fondamento, né vi sono giustificati motivi per ritenere che il provvedimento sia migliore per gli interessi dei consumatori. È questo quanto essenzialmente dice il commissario.
La casa della Mela e la Federal Trade Commission, lo ricordiamo, hanno stipulato un accordo consensuale per gli acquisti in-app sull’App Store. Nella mail di cui parlavano prima, Cook ha scritto che la società non aveva altra scelta. Secondo quanto stabilito, dovrà rimborsare i genitori dei minorenni che hanno eseguito acquisti in-app, secondo un piano che prevede rimborsi per 32 milioni di dollari.
La preoccupazione maggiore dell’FTC era legato alla finestra che per 15 minuti consentiva, dopo l’inserimento della password, di accedere all’App Store consentendo ulteriori acquisti senza richiedere nuovamente la password. Apple è stata obbligata a indicare agli utenti la finestra dei 15 minuti e deve espressamente ottenere da questi l’autorizzazione e il loro consenso affinché la procedura sia valida.
A inizio dello scorso anno, un’azione collettiva era stata intentata da alcuni genitori i quali affermavano che i loro figli avevano speso centinaia di dollari effettuando acquisti in-app dai cosiddetti giochi free-to-play o freemium (applicazioni gratuite che mostrano pubblicità o che permettono di avanzare di livelli o ottenere bonus tramite acquisti dall’interno delle app).
Nel memo inviato ai dipendenti Cook ha scritto di non ritenere corretto che l’FTC abbia citato in giudizio Apple su una questione già risolta. Il CEO della casa della Mela ricorda che varie misure di protezione sono state sin dall’inizio sull’App Store e altre progressivamente integrate in iOS.
Apple ha accettato le richieste della FTC e il pagamento della sanzione, “un decreto che non richiede di fare cose che non stavamo facendo già”. Cook ha spiegato che la società aveva sentito il dovere di accettare per non perdersi sostanzialmente in una lunga battaglia legale.