Realizzavano siti per il commercio online di prodotti hi-tech, che venivano venduti e pagati con moneta elettronica, ma che poi non arrivavano a destinazione. Anzi non partivano proprio.
Le sette persone indagate dal Compartimento di polizia postale e delle comunicazioni di Roma, realizzavano delle vere e proprie truffe online, che negli ultimi 18 mesi hanno fruttato al gruppo circa 4 milioni di euro, grazie al raggiro di 4mila clienti. Al termine dell’operazione denominata “Phish and gold” sono tre le persone finite in carcere, quattro quelle denunciate in stato di libertà e 13 i siti web sono stati sequestrati.
Gli arresti sono stati effettuati a Pescara e Campobasso mentre decine di perquisizioni sono state eseguite anche a Ferrara e Livorno.
Una volta realizzati i siti il gruppo provvedeva ad ospitarli su server proxy che ne garantiva l’anonimato, poi pubblicizzava gli articoli, sempre prodotti elettronici di ultima generazione e delle marche più conosciute, a prezzi molto convenienti. Successivamente veniva applicato un ulteriore sconto del 20, 30 per cento, che rendeva le offerte particolarmente allettanti.
Per crearsi una credibilità i truffatori, utilizzando documenti falsi, avevano attivato delle imprese online in varie parti d’Italia e, saltuariamente, acquistavano realmente prodotti per mandare a buon fine alcune vendite e avere così dei feedback positivi che aumentavano la serietà dei siti.
Per avere la massima visibilità sulla Rete il gruppo pubblicizzava i prodotti sui motori di ricerca più visitati, stipulando anche contratti particolari per avere sempre la propria merce nelle prime posizioni.
Più di 4mila le vittime truffate dai criminali che convogliavano le somme provenienti dai raggiri su conti correnti bancari, postali e online. Il denaro veniva poi ritirato in tutto il Paese tramite bancomat e operazioni di sportello presso istituti bancari e postali. Un ingente quantitativo di denaro è stato anche fatto transitare su carte di debito e credito, nonché su conti PayPal.
Contestualmente altri complici investivano parte del denaro nell’acquisto di oro, gioielli e articoli elettronici da vendere saltuariamente.
La Polizia fa sapere che tutti i conti correnti utilizzati per convogliare le somme truffate sono state sequestrate, così come le carte di credito e di debito. Analogo discorso per il materiale hi-tech destinato alla vendita reale, e per l’ingente numero di telefoni cellulari di ultima generazione e relative schede, utilizzati per la commissione delle truffe, in uso ai componenti del gruppo.