Dopo essere stato rimosso dal suo incarico, l’ex senior vice president Apple responsabile di iOS Scott Forstall è rimasto in ombra e finora non si è saputo molto di cosa stesse facendo. Amir Efrati del sito The Information afferma di avere qualche notizia e fa saper che Forstall si occupa di dare consigli a startup e si sta dedicando alla filantropia, in particolare quella finalizzata alla riduzione della povertà, all’educazione, ai diritti umani.
Forstall ha anche viaggiato molto negli ultimi tempi, in particolare in Italia e Sud Africa ma non è dato sapere cosa ha in mente di fare. Società di venture capital quali Kleiner Perkins e Andreessen Horowitz sono in contatto con lui e alcuni impiegati Apple che hanno avuto modo di conoscerlo affermano che la sua prossima mossa sarà l’avvio di una propria società.
L’ex dirigente è noto per avere ricoperto in Apple l’incarico di vicepresidente della sezione software per iPhone fino al 29 Ottobre 2012: fu allontanato a detta di molti per una serie di eclatanti problemi con l’app Mappe di iOS 6, ed è una figura di assoluto primo piano non solo per Cupertino ma per l’intero mondo della tecnologia.
Forstall ha vissuto una lunga parte della sua vita professionale accanto a Jobs seguendo tutti i progetti più importanti cui diede vita il defunto CEO di Apple; è stato infatti prima in NeXT e poi uno dei progettisti originali di OS X, sostituendo Avadis Tevanian quando questo si dimise come Chief Software Technology Officer dalla casa di Cupertino. Tra i suoi tanti meriti, la creazione di Carbon, la tecnologia che semplificò agli sviluppatori la transizione delle applicazioni dal vecchio Mac OS Classic a OS X. Successivamente si è occupato del sistema operativo di iPhone e iPad e in quanto tale è custode dei segreti più rilevanti di Apple.
Forstall, ritenuto irascibile, volubile, egocentrico, arrogante, segnato da un carattere poco propenso alla collaborazione quanto al settarismo, poco adatto al lavoro di gruppo, per quanto geniale, non ha portato grandi rimpianti in Apple e probabilmente neppure lui coltiva una grande stima in chi l’ha di fatto cacciato da un’azienda da cui “mini-Steve” (questo il suo soprannome) è stato di fatto cacciato a forza dopo essersi rifiutato di assumersi pubblicamente la responsabilità del flop del lancio di mappe.
È probabile che sia finora rimasto in quiescenza forzata, obbligato da precise norme contrattuali. Terminato il periodo d’inattività costretta, potrebbe essere pronto a seguire la strada di Jon Rubinstein (in Palm prima, in HP successivamente, e a casa ancora dopo) o Tony Fadell (il “papà” dell’iPod e ora CEO di Nest), avendo tutte le carte che gli permettono di operare a livelli anche molto più elevati. Non dimentichiamo che secondo alcune testate, Scott Forstall aveva i numeri sia in fatto di comunicazione sia di personalità per diventare amministratore delegato di Apple.