C’è anche il Wall Street Journal contro Denise Cote, il giudice che si sta occupando di Apple nel processo sugli e-book.
Il WSJ, una fonte autorevole e molto ascoltata, attacca il magistrato verso cui già Apple aveva avuto modo di lanciare sospetti, accusandola di aver deciso ancora “prima di ottenere prove”, per poi designare come auditor Michael Bromwich, un suo amico personale, senza nessuna esperienza con le problematiche dell’antitrust, molto criticato da Apple e a sua volta accusato di aver lucrato sull’incarico presentando un conto di 138.432$ per due settimane, pari a circa 1100$ per ogni ora di lavoro effettivamente svolto.
Per il Wall Street Journal Bromwich è una sorta d’inquisitore che vorrebbe investigare in tutto e per tutto Apple con modalità anticostituzionali. “I pubblici ministeri fanno rispettare le leggi, svolgono indagini e portano prove. I giudici non dovrebbero nominare propri rappresentanti o svolgere attività riservate al ramo esecutivo. Mr Bromwich ha rimaneggiato il suo lavoro per investigare su Apple a tutto tondo e non monitorare soltanto se Apple, nella fase di appello, sta rispettando i termini della sentenza”.
L’auditor avrebbe chiesto incontri con Jony Ive e Al Gore, dirigenti e membri del consiglio di amministrazione non coinvolti in alcun modo con la divisione che si occupa di libri elettronici. “Abbiamo meticolosamente accolto le richieste premature e inappropriate di Mr. Bromwich, ma è apparso chiaro durante le ultime sei settimane che Mr. Bromwich vede se stesso come un investigatore indipendente il cui ruolo è di interrogare il personale su questioni slegate dall’ingiunzione nel tentativo di scoprire comportamenti scorretti, tutto a spese di Apple” si legge nella rimostranza presentata al tribunale da Cupertino.
“Mr. Bromwich”, termina il Wall Street Journal, “sta fornendo alla sua amica (il giudice, ndr) quello che vuole. “La Corte d’Appello del Secondo Circuito dovrebbe rimuoverla dal caso: la comunella con Mr. Bromwich è offensiva per lo stato di diritto e una vergogna per la magistratura”.
In questo contesto non si può mancare di notare che il Wall Street Journa è di proprietà di News Corporation che a sua volta è gestito da HarperCollins, uno degli editori che aveva accettato la proposta di Apple di cambiare il sistema e il modello adottato da Amazon. Quest’ultima, lo ricordiamo, vendeva gran parte dei libri elettronici sottocosto, spingendo (e guadagnando dopo) le vendite dei Kindle; semplificando, acquistava all’ingrosso i libri dagli editori a un certo prezzo, per poi rivenderli a un prezzo inferiore, evitando di superare i 9,99 dollari. Apple è stata accusata di avere fatto pressioni e convinto altri editori a seguire una diversa politica per i prezzi, con conseguente aumento dei prezzi per gli acquirenti.