«Non ho mai comprato Aperture e non ho mai neppure lanciato Aperture. Ho solo una vecchia demo sul mio disco fisso con Mavericks, ma Apple mi fornisce Aperture da scaricare». Ci scrive così un lettore di Macitynet che vuole restare anonimo e la cui testimonianza, corredata da alcuni dettagli, fa sorgere qualche sospetto sul fatto che l’aggiornamento recapitato a tutti coloro che avevano una demo sul disco fisso non sia un bug, ma qualche cosa di voluto.
«Avevo una vecchia versione di iWork ’09, comprata qualche anno fa e ormai usata saltuariamente – ci scrive il nostro lettore -; mercoledì pomeriggio ho provato ad aggiornarla senza successo. Ogni volta che accedevo alla pagina di App Store avevo solo il prezzo delle app e non la possibilità di scaricarle. Ho poi letto (come scritto anche da Macitynet), che la cosa da fare è mettere il sistema operativo in Inglese e rilanciare App Store e così ho fatto, ottenendo in effetti la possibilità di aggiornare Pages, Numbers e Keynote. Mentre stavo scaricando iWork, incuriosito dal fatto che qualcuno fosse stato in grado di scaricare la versione completa di Aperture, come si legge su Internet, avendo un vecchio installer, ho provato a vedere se fosse vero. Non sono però riuscito ad installare la demo perché era per la versione 3.0 e non è compatibile con Mavericks. Ho quindi messo da parte la curiosità e sono andato a cena». È stato al ritorno davanti al computer, ci dice il nostro amico, che è arrivata la sorpresa: «mentre verificavo che fosse terminato il download delle app iWork mi sono accorto che Aperture era nella lista dei miei acquisti. E facendo click nella pagina di download non c’era il prezzo, ma il bottone per l’aggiornamento. Questo succedeva non solo come accaduto ad altri senza avere comprato Aperture, ma senza neppure avere mai registrato e addirittura neppure mai lanciato Aperture».
In mattinata in molti hanno ipotizzato che Apple, permettendo a chi aveva una demo di iWork, di aggiornare alla versione completa a costo zero fosse incorsa in un bug. L’ipotesi si è un po’ affievolita quando nel corso del giorno di oggi questo bug, a quanto pare, non è stato chiuso nonostante il clamore suscitato. Ma ora di fronte a qualcuno che è in grado di scaricare un programma avendo una demo non funzionante sul disco fisso e senza neppure averla mai aperta, è lecito domandarsi come sia possibile che in Apple nessuno si sia accorso di quel che accade, cadendo in un errore tanto marchiano; siamo infatti ben oltre a qualunque necessità da parte degli utenti di un trucco, piccolo o grande che sia, per scaricare illecitamente un’applicazione. Chi è nella situazione del nostro lettore potrebbe addirittura scaricare Aperture senza alcuna manovra, senza sapere che dovrebbe essere a pagamento e senza neppure sapere di che cosa si tratta: basterebbe che qualcuno prima di lui avesse scaricato una demo di Aperture dentro al disco fisso per trovarsi di fronte la possibilità di scaricare la versione full.
L’idea che sorge spontanea è, piuttosto, quella di una Apple che ha deciso di operare una sorta di “sanatoria”, almeno su alcune applicazioni con valore economico ridotto e non rivolte verso un pubblico professionale; e che questa possa essere l’ipotesi accreditata lo dimostra il fatto che Logic Pro, di cui esiste una demo, non sembra offrire la stessa opportunità offerta da Aperture, iWork o iLife.
Ipotesi peregrina? In Apple c’è stata una ondata di impazzimento tra gli addetti al controllo qualità delle applicazioni e dei servizi? Possibile, ma prima di giudicarla tale non si deve dimenticare che Apple è quella stessa società tanto liberale e generosa, da permettere a tutti coloro che hanno iTunes Match, di scaricare da iTunes Music Store la versione perfettamente legale, con tanto di copertina, di tutti i brani che ha nella sua libreria musicale, senza distinzione da dove sono venuti, inclusi CD di proprietà di amici e persino siti da cui si scarica musica pirata.