Microsoft teme che la Commissione Europea possa imporre ai suoi partner che producono computer e forniscono Windows preinstallato di distribuire insieme al sistema operativo anche i navigatori della concorrenza. Le prospettive concrete dell’indagine di cui abbiamo detto la scorsa settimana, sono contenute nel documento trimestrale che Redmond ha presentato alla commissione di vigilanza della borsa americana.
L’origine della vicenda, come noto, risale ai mesi scorsi, quando Opera aveva presentato un esposto alla Ue lamentando la concorrenza sleale costituita dal legame imposto tra Windows e Internet Explorer. L’Unione aveva dato il via ad una indagine per verificare se le modalità con cui Microsoft commercializza Windows, integrando in esso il browser, non costituiscano una infrazione alle norme antitrust.
Microsoft, si legge nel documento presentato alla Sec, pensa che oltre che obbligare i produttori di PC a vendere computer con presintallati, ad esempio, Firefox e Opera, l’Unione possa chiedere modifiche al codice Windows per rendere il sistema operativo maggiormente indipendente da Internet Explorer e imporre delle multe.
La procedura non è, ovviamente, automatica. Microsoft potrà chiedere un’audizione e presentare la sua posizione in merito. Ricordiamo che per la stessa ragione, vincolo troppo stretto tra IE e Windows, Microsoft aveva dovuto subire una lungo e controverso processo negli Usa. Alla fine Redmond era uscita sconfitta dalla causa ma dopo essere stata condannata, con vari accordi mediati, il principale dei quali con il Dipartimento di Giustizia che era la sua controparte nella causa legale, gli effetti pratici erano stati relativamente ridotti. In Europa Microsoft è stata invece condannata dall’antitrust per le modalità di commercializzazione di Windows Media Player e per avere reso difficile per la concorrenza nel settore server l’accesso ai client Windows, finendo per pagare una pesantissima multa, multa poi divenuta anche più pesante per i ritardi negli adempimenti imposti dall’Ue.