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Apple: successi, insuccessi e segreti dell’azienda del Mac

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Sono 25 anni, e fa un po’ impressione scriverlo. Un quarto di secolo. Per molti il Mac è una scoperta molto recente, per altri è un vecchio amico. Per tutti, un’icona inestricabilmente legata ad Apple e alla figura carismatica di Steve Jobs. Perché insieme hanno fatto cose fantastiche. Ma anche terribili errori. Vediamo quali sono stati i sette grandi successi di Apple.

1) Apple II
Adesso non ci facciamo caso, ma l’Apple II è stato un fenomeno straordinario, una macchina per stampare soldi e anche un punto di riferimento per una intera generazione. àˆÂ stato un fenomeno culturale e ha contribuito più di qualsiasi altro concorrente dell’epoca a definire l’idea del Personal Computer.

2) Macintosh.
Con lui è cominciato davvero tutto. Possiamo dire che è grazie a lui che Apple è Apple e che i computer sono i computer. E che computer! Insieme a lui, tanto di cappello anche all’iMac, che dopo 14 anni ha ridefinito la rivoluzione digitale riprendendo proprio da dove il primo Mac aveva lasciato. Nei primi 5 mesi di commercializzazione l’iMac ha venduto 800 mila esemplari, riportando per la prima volta dal 1993 in attivo i conti di Apple.

3) La pubblicità .
Da “1984”, il mitico spot diretto da Ridley Scott, a “Think Different”, altro capolavoro che ha ridefinito il marchio, il prodotto e gli utenti della casa della Mela in un colpo solo. Fino a Get A Mac, con la straordinaria coppia “I’m a Mac” “And I’m a Pc”, che ha costretto Microsoft a investire un patrimonio per cercare di contrastare la marea montante di nuovi Mac.

4) iTunes.
Senza di lui, Apple non avrebbe cambiato pelle. Anche se qui rappresenta ben tre differenti successi. Quello dello store più famoso al mondo (compresi film e telefilm). Ma anche quello delle applicazioni per la vita digitale, cioè iLife (di cui è stato un “membro fondatore”). E infine, quello del piccolo programma per la musica digitale che è diventato il Davide capace di sconfiggere in un colpo solo tre avversari straordinari: la musica analogica, la musica come la intendeva Microsoft (Wma) e la musica pirata (che ha numeri più elevati, ma alla fine adesso esiste un’alternativa legale, senza Drm e accettabile).

5) L’iPod.
Partito come una piccola scommessa, si è trasformato in un successo straordinario, che ha rivoluzionato un’altra volta il modo in cui ascoltiamo la musica e la portiamo con noi. Ha definito un’intera industria e ha permesso a moltissimi di riscoprire la bellezza e l’incanto di sogni che pensavamo svaniti per sempre. 

6) L’iPhone e l’iPhone 3G.
Ha ridefinito il mondo delle telecomunicazioni in un momento in cui sembrava che Apple potesse fare solo due cose: Mac e iPod. Invece, la convergenza di iPod e telefonia è arrivata in una maniera che nessuno avrebbe immaginato: il sale l’ha messo quello scarto geniale dalla norma che è stato il multitouch e non solo. Anche l’App Store è un’idea mica da poco…

7) Green Power.
Dopo essere stata criticata duramente dagli ambientalisti (anche in modo un po’ strumentale, per sfruttare la fama riflessa del logo della mela morsicata), Apple ha capito che l’ambiente è una cosa seria. E ha fatto crescere in maniera organica le politiche ambientali e “green” interne dell’azienda, che erano in essere già  da anni, oltre a rilanciare con una serie di piani e progetti tra i quali la realizzazione di apparecchi elettronici sempre più rispettosi dell’ambiente. 

I sette grandi sbagli di Apple.

1) Perdere completamente la strada del mercato durante gli anni Novanta.
àˆÂ un errore a sé stante, anche se contiene quasi tutti quelli che seguono. E che è stato risolto in calcio d’angolo da Steve Jobs lanciando l’iMac nel 1998, il computer sul quale l’azienda si è giocata il futuro.

2) Concedere il sistema operativo in licenza ai fabbricanti di cloni.
Uno sbaglio che è quasi costato la vita alla società , e che ha rischiato di mettere in crisi il cuore della sua attività . E ancora oggi, nonostante le pesanti lezioni che la storia ha dato agli azionisti di Apple, c’è qualche analista o qualche appassionato che continua a tirare fuori di quando in quando questa peregrina ipotesi: facciamo un Mac Os X per tutti gli altri Pc.

3) Non aver saputo rispondere a Windows 95 in maniera adeguata.
Apple ha innovato nel 1984 con il Mac (e l’anno prima con il Lisa), ma poi si è fermata sostanzialmente, senza riuscire a fare un altro salto rivoluzionario. Il nuovo sistema operativo di Apple è arrivato nel 2001, con Mac Os X. Un ritardo enorme, che ha contribuito a portarla sul cuore della bancarotta. E anche la causa anti-plagio contro Microsoft non è finita come avrebbe potuto, cioè cambiando la storia dell’informatica così come la conosciamo…

4) Il passo più lungo della gamba.
Con 42 prodotti e mezzo miliardo di dollari di perdite tra il 1996 e il 1997, Apple ha dimostrato che l’abbondanza dell’offerta non è sinonimo di successo. Troppo rischia di fare troppo poco. Perché, come ha spiegato al mondo Steve Jobs negli anni successi, Less Is More.

5) Il prezzo elevato.
Apple non è riuscita a sfuggire completamente all’etichetta di “Mercedes dei computer”, con tutto quel che si porta dietro, compreso la leggenda di un prezzo sempre esoso rispetto ai Pc. Anche se non è vero rispetto ai computer comparabili per dotazione hardware e software.

6) Aver maltrattato i suoi clienti.
Per una azienda così legata al valore del suo marchio e alla relazione strettissima (anche se unilaterale) con i suoi clienti, molte volte in passato continuare a comprare Mac è stato un atto di fede. Quando i prezzi erano davvero fuori mercato e le prestazioni sotto-dimensionate. Ma anche quando arrivano prodotti non all’altezza, o mosse che ti fanno rimpiangere di aver speso soldi per comprare un computer superato dopo pochi mesi da un nuovo, rivoluzionario modello. Ma questo, a pensarci bene, non è necessariamente un male…

7) Il Cubo.
Atto di tracotante orgoglio del “nuovo” Steve Jobs. Un computer molto bello e sicuramente visionario. Ma fallimentare quanto i peggiori Performa e il Newton (altra tecnologia straordinaria ma commercialmente andata molto male). Il Cubo però, non è riuscito a far inciampare Steve Jobs, che è andato avanti per la strada della rinascita di Apple senza problemi.

Le sette cose che forse non sapete

1) Apple è stata il pioniere nel settore del WiFi.
Grazie agli sforzi dell’azienda è stato definito lo standard da parte dell’IEEE, pagando anche di tasca propria per far partire l’assegnazione della licenza negli Stati Uniti per poter usare questo pezzo di spettro radio. 

2) Apple ama mettere e togliere “di serie” prima di tutto gli altri dai suoi computer.
Ad esempio, il floppy disk da 3 pollici e mezzo, prodotto per la prima volta da Sony e utilizzato “di serie” per la prima volta sul primo Macintosh. Oppure, via il floppy disk, per la prima volta proprio a partire con l’iMac. Ancora: Wi-Fi, Usb, per un periodo FireWire di serie. E ancora: via tutto compreso il lettore-masterizzatore di Cd e Dvd con il MacBook Air. Apple è radicale. Steve Jobs sogna un computer con un solo tasto, e hanno fatto l’iPhone. Sogna un computer praticamente senza viti a vista, e hanno fatto le lavorazioni Unibody dei MacBook, MacBook Air e MacBook Pro…

3) La rivincita dei portatili.
Alan Kay, uno dei più importanti visionari scienziati del computer al mondo l’aveva immaginato più di trent’anni fa con il nome di Dynabook. Adesso, il portatile sta diventando lo strumento che più di tutti vende nel settore dell’informatica, fino all’estremo dei supereconomici e spartani “netbook”. Indovinate qual è stata l’azienda che per prima ha intuito il trend e investito pesantemente per realizzare i portatili più belli, più sottili, più leggeri ed ecologici del mercato?

4) Ipertesto e database facile.
La nascita dell’ipertesto per tutti e del database programmabile dagli utenti è legata ad Apple e al genio dietro Hypercard, cioè Bill Atkinson, uno dei progettisti del primo Mac. Si tratta del primo ipermedia che ha preceduto il web e molti software per la gestione dei contenuti locali di un computer.

5) Apple e i giochi.
Apple sta avendo successo nel settore dei giochi per console portatile, se vogliamo classificare così l’iPhone e l’iPod touch. Ma aveva già  cercato di lavorare nel settore dei videogiochi: con il Pippin, una console realizzata nel 1995 insieme alla giapponese Bandai e che non ottenne mai successo. Utilizzava il System 7.5.4, in maniera analoga alla Apple Tv che utilizza Mac Os X 10.4.7

6) Apple ha in cassa 35 miliardi di dollari.
Forse sarà  la paura di rischiare di essere di nuovo sepolta dai debiti come in passato, però nel momento della peggiore crisi finanziaria ed economica degli ultimi 60 anni, quella in cui anche Toyota va in rosso per la prima volta dalla seconda guerra mondiale e Microsoft e Google licenziano, Apple è più protetta che mai. La capitalizzazione di mercato è invece di circa 80 miliardi di dollari, superiore alla somma di quella dell’intero comparto automobilistico statunitense (e buona parte di quello europeo) quotato in borsa.

7) Gli investimenti
Quando Apple si è trovata nel momento di peggiore crisi la “ricetta” di Steve Jobs appena rientrato al comando dell’azienda, alla fine del 1997, è stata quella di tagliare tutti i prodotti e le attività  di ricerca e sviluppo non essenziali. Ma ha anche assunto nuovi dipendenti e investito pesantemente in comunicazione e marketing, realizzazione di nuovi prodotti (l’iMac), esternalizzazione di tutti i processi di produzione (riducendo le scorte di magazzino da 60 a 2 giorni in due anni, portandone il valore immobilizzato da 400 milioni di dollari a poco più di 20) e investendo in un nuovo progetto di vendita al dettaglio tramite una catena di negozi di proprietà , realizzato per la prima volta nel 2001 con due negozi, in Virginia e in California. Apple con la sua tecnologia WebObjects ha realizzato anche il sito di eCommerce Apple Store, che è uno dei più visitati al mondo in assoluto.

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