La “Court of First Instance”, equivalente al primo grado di giudizio nell’Unione Europea, ha respinto la petizione di Intel la quale chiedeva di ritardare la propria risposta alla causa antitrust nella quale è accusata di presunte manovre scorrette. La casa di Santa Clara avrebbe effettuato degli sconti sulle CPU ai rivenditori che non avessero trattato prodotti concorrenti, pratica ritenuta illegale e nociva della concorrenza. Intel, inoltre, è accusata anche per aver fatto pressioni alle catene commerciali tedesche Mediamarkt-Metro affinché venissero esclusi prodotti basati sui processori della concorrenza. Se Intel venisse riconosciuta colpevole dall’Antitrust europea, sarebbe costretta a pagare una multa elevatissima, una cifra che si aggirerebbe intorno ai tre miliardi di euro (più o meno il 10% del suo fatturato annuale).
Tom McCoy, Executive Vice President, Legal, Corporate e Public Affairs di AMD, ha dichiarato: “Non siamo sorpresi dalla decisione della Corte di respingere la domanda di Intel. La sentenza è del tutto coerente con la giurisprudenza su questo tema e per Intel l’appello è stato semplicemente un tentativo di ritardare il processo decisionale della Commissione”.
Intel, dal canto suo, in passato ha affermato che “il segmento di mercato dei microprocessori funziona normalmente” e che la sua condotta “è stata legale, tesa alla libera concorrenza e vantaggiosa per i consumatori”.
Non sappiamo se i fatti siano da mettere in relazione ma, qualche giorno addietro, nel corso della riunione annuale degli azionisti dell’azienda, Craig Barrett ha annunciato l’intenzione di ritirarsi dalla gestione attiva e dal suo ruolo di Chairman e membro del consiglio di amministrazione di Intel.
Il testo completo della sentenza è consultabile a questo indirizzo.
[A cura di Mauro Notarianni]