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Bando prodotti Samsung presto in arrivo negli USA

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Scatterà a breve negli USA il bando per alcuni prodotti Samsung disposto dall’ITC (International Trade Commission), ma l’azienda Coreana spera (e chiede) che l’amministrazione Obama decida di applicare all’interdizione lo stesso trattamento riservato a quella che riguardava Apple, cancellata per decreto presidenziale.

Lo stop alla commercializzazione, previsto per l’8 ottobre, riguarderà pochi prodotti ma Samsung rimarca che la messa al bando “non è giusta, né equa” poiché i brevetti riguardavano “piccole, insignificanti caratteristiche di complessi dispositivi elettronici. Il mondo guarda come Samsung è trattata dagli USA nella guerra degli smartphone” e «l’amministrazione ha rilevanti interessi nell’ostacolare la percezione di favoritismi e protezionismi nei confronti di società statunitensi» scriveva Samsung nella sua invocata difesa.

Secondo il governo federale il veto sulla messa al bando è imposto nel merito e non per interessi geopolitici.  Micheal Froman, portavoce dell’ITC, ha spiegato a rappresentanti sia di Samsung, sia del governo della Corea del Sud che l’esito non ha “niente, zero, a che fare con la nazionalità delle parti coinvolte”. In ogni caso Froman ha anche ammesso che il governo americano ha interesse specifico a non far percepire al mondo che opera con un concetto protezionistico nei riguardi di aziende locali.

L’impressione di alcuni osservatori esperti nell’ambito dei brevetti, è però che le possibilità di vedere cancellato il divieto alla vendita di alcuni dispositivi siano poche, perché questo giunge a sanzionare l’uso di proprietà intellettuali che differenziano iPhone dal resto del mercato. La disposizione che toccava Apple era invece la conseguenza dell’utilizzo di brevetti funzionali e specifici della tecnologia cellulare che Samsung aveva usato per impedire ad Apple di produrre un dispositivo concorrente. Non a caso, come si ricorderà, Apple aveva invocato le norme del FRAND, una specifica disposizione che impone a un titolare di brevetto l’obbligo di concederlo a condizioni non vessatorie permettendo di creare un dispositivo che rientra in una certa categoria. Apple e Samsung non avevano però raggiunto (per colpa della rivale dice Apple, che ha richiesto una cifra “non Frand”, per colpa di Apple, dice Samsung che pretendeva di pagare troppo poco) un accordo, di qui la disposizione del giudice.

Nella lettera con la quale il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti d’America, Michael Froman, motivava il veto, si evidenziava che esso dipendeva dalla necessità di impedire che i cosiddetti SEP (standard essential patents) siano usati per fermare la concorrenza: «Dare in licenza i SEP nei termini Frand – scriveva allora Froman – è un elemento importante della politica dell’amministrazione per promuovere l’innovazione e il progresso economico».

Ricordiamo che tutta la vicenda va ricondotta alla colossale battaglia tra le due aziende terminata con un verdetto che ha condannato i sud coreani al pagamento di 1.05 miliardi di dollari, anche se alcuni punti di quest’ultimo caso saranno ridiscussi il prossimo mese.

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