Sul web si sta scatenando una fervente discussione attorno al famoso Touch ID del nuovo iPhone 5S dopo che il National Report ha riportato la notizia secondo cui Apple condividerà il suo database di impronte digitali con NSA e FBI, smentendo in parte le dichiarazioni della Mela, che aveva assicurato che i dati sulle impronte biometriche sarebbero rimaste memorizzate esclusivamente in locale sul dispositivo.
L’articolo cita Tim Richardson, District Manager of Apple North America Marketing Department, secondo cui l’ideazione del Touch ID ha addirittura preso origine da un progetto del governo per la compilazione di un database con le impronte digitali degli utenti della Mela. Inoltre – sempre secondo quanto riportato – iPhone 5S avrebbe una funzione di sleep che farebbe restare il telefono sempre acceso e mai completamente spento, consentendo un’efficace individuazione degli utenti via GPS.
Infine sempre Richardson avrebbe dato opinioni perentorie sul funzionamento del Touch ID:
Francamente, se una persona è così folle da permettere la catalogazione da aziende senza volto e funzionari di governo di qualcosa di specifico e penalmente sfruttabile come le sue impronte digitali… Beh, non si può esattamente colpevolizzare noi per voler capitalizzare su questa cosa, giusto? Personalmente, credo che questo sforzo sosterrà un bene più grande.
Nonostante la notizia abbia iniziato a rimbalzare online, sembrano esserci numerosi dubbi sulla sua attendibilità. Il primo indizio è proprio la fonte, il National Reporter, conosciuto in passato per aver riportato volontariamente bufale ironiche e notizie a sfondo parodistico, con intenti sarcastici. Inoltre sembra non esistere alcun Tim Richardson in Apple, né un District Manager of Apple North America Marketing Department, titolo che potrebbe essere stato inventato. Infine nessuna altra testata USA, più autorevole del National Reporter, ha riportato notizie in merito.
L’articolo potrebbe essere semplicemente un documento a sfondo ironico, riferito alle recenti preoccupazioni sorte in rete sulla “privacy” delle proprie impronte digitali e ai video ironici che hanno seguito al presentazione del Touch ID, alla luce soprattutto delle ultime fughe di notizie (questa volta reali e documentate) in cui la NSA ammetteva candidamente e senza peli sulla lingua la sua volontà di utilizzare gli iPhone come strumenti di monitoraggio nascosti, definendo Steve Jobs il vero grande fratello e gli utenti iPhone come zombie che hanno scelto volontariamente di utilizzare servizi che non possono garantire riservatezza con certezza incontrovertibile vista la loro stessa natura.
In definitiva, ammesso e non concesso che l’articolo sia semplicemente una provocazione, il messaggio è uno solo: se un giorno si dovesse scoprire che i dati del Touch ID sono stati condivisi con organi governativi, sarebbe insensato lamentarsi avendo ogni singolo utente di iPhone 5S scelto liberamente di utilizzare questa funzione.